«Non sono sprovveduti Sconcertato e impaurito»

Domenica 26 Aprile 2015
(L.Lev.) «Cosa? No, non ci credo! E per quale motivo?». È spaventato alla notizia dell'attacco degli hacker Gianluca Salviato. «Ci si deve rendere conto che queste persone sono tutt'altro che sprovveduti, sciocchi o improvvisati - dice - Si informano, conoscono, leggono. Hanno occhi e orecchi dappertutto. Questo troppo spesso si sottovaluta. Sono davvero molto colpito e mi chiedo quale sia la ragione».
In un attimo Gianluca torna a quei giorni di prigionia in Libia. Ricorda che i suoi rapitori, un gruppo di jihadisti, erano informati di quello che accadeva in Italia durante i mesi in cui era sequestrato. E proprio per questo la famiglia, ed il Comune, avevano deciso di tenere un profilo basso sulla vicenda. «Ricordo che mi dicevano, o meglio, mi facevano capire di sapere che a casa mia, in Italia, si stavano mobilitando - aggiunge - D'altra parte con i mezzi di comunicazione di oggi, le notizie nel giro di qualche ora fanno il giro del mondo. Ricordo che mi chiamavano per nome, e che sapevano anche il nome del mio paese». La domanda che Gianluca si fa è perchè colpire proprio il sito del Comune di Trebaseleghe. «Non so darmi una spiegazione. Forse quello di Trebaseleghe è un sito più vulnerabile di altri e si sono infiltrati sul primo che hanno beccato, oppure semplicemente è un caso». Rabbrividisce al pensiero che, forse, la scelta di Trebaseleghe potrebbe essere tutt'altro che casuale. «Avere a che fare con il mio sequestro? Speriamo di no, non vorrei mai ritrovarmeli qui a casa... - ironizza, ma poi aggiunge - Forse ricordano il nome del mio paese. Sono davvero sconcertato da tutto questo». Salviato lavorava come capo cantiere a Tobruk quando a marzo del 2014 è stato rapito. È stato liberato il 16 novembre.

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