«Non si può insediare una tendopoli in centro»

Lunedì 6 Luglio 2015
(L.M.) La questione profughi in centro città non mette in allarme solo i residenti ma ha riflessi anche sull'economia cittadina. I residenti lamentano che queste persone vengono portate a ridosso del centro storico e poi, troppo spesso, riescono ad uscire spargendosi per la città e creando un clima di tensione tra i padovani. «Quello che sta succedendo, sicuramente non è una situazione che dà tranquillità alla città - ha affermato Franco Pasqualetti vicepresidente dell'Ascom Confcommercio - il sindaco ha le sue ragioni perché è suo compito mantenere l'ordine pubblico. Quella che abbiamo di fronte però non è un'emergenza, l'emergenza è un periodo ristretto di tempo ben individuato, invece questa è una situazione che ormai si protrae da tanto tempo e vedo soluzioni sempre meno adatte». Pasqualetti ricorda che ormai tutte le località turistiche respingono i profughi. «Le località turistiche non li vogliono, anche la nostra città è turistica e la tendopoli sistemata all'ex caserma Prandina non è sicuramente un luogo adatto all'accoglienza - ha continuato il vicepresidente - il Prefetto ed il Ministero dell'Interno cerchino altre soluzioni, devono trovare delle alternative che di sicuro, non sono quelle che stanno attuando nella nostra città». Di "difficoltà che si aggiungono a situazione generale già complicata" ha parlato Nicola Rossi presidente Confesercenti. «Siamo nel cuore di Padova, l'ex Prandina non è di sicuro il posto ideale dove insediare una tendopoli - ha detto Rossi - è un periodo di grande difficoltà economica generale, Padova è una città turistica che vive sul terziario, commercio ristorazione e quant'altro. Avere una situazione di tensione come quella che si percepisce camminando per la città, di sicuro non aiuta il commercio ne il turismo». Rossi puntualizza che tocca al Governo riconsiderare la situazione perché l'Italia non ha la capacità per affrontare quanto sta accadendo che è ormai ingestibile, senza dimenticare chi ha firmato i trattati come quello di Dublino senza considerare le conseguenze. «Quella di tutti questi arrivi, senza definirla invasione, è una situazione che va a complicare una condizione generale già molto complicata a livello nazionale ed anche Europeo considerato cosa sta accadendo in Grecia - ha chiuso il presidente - bisognerebbe capire a cosa pensava chi ha accettato certe condizioni a livello europeo. Quello che sarebbe necessario fare è rivedere globalmente tutto il sistema».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci