«Nessun risarcimento, pagheremo noi»

Venerdì 19 Settembre 2014
Ben difficilmente potrà riaprire i battenti ma è altrettanto improbabile che possa avviare una causa per ottenere quantomeno un risarcimento. Oltre al danno si profila la beffa per "Finalmentecasa 360° Floors and Furniture", l'azienda padovana incredibilmente fallita per colpa di una mail e riabilitata a distanza di due mesi e mezzo, dopo aver perso commesse per tre milioni di euro. Secondo il legale della società, l'avvocato Marco Ripa, non sussisterebbero gli estremi per instaurare un giudizio in sede civile contro lo Stato. È stato un organismo del nostro ordinamento giudiziario a riparare in tempi rapidissimi all'errore. E non ci sarebbe modo di rivalersi neppure nei confronti di chi ha materialmente inviato la mail senza allegati. Paradossalmente è "Finalmentecasa" a rischiare nuovi contenziosi. Clienti e committenti hanno subìto a loro volta danni ingenti all'indomani del fallimento. La società ha abbandonato i cantieri da un giorno all'altro e non ha potuto effettuare le consegne di materiali per i quali erano stati precedentemente versati degli acconti.
Attualmente la ditta di Gianni Furlan e Sabrina Boscaro non ha alcun margine di operatività. Le banche hanno intimato ai titolari l'immediato rientro di tutte le esposizioni bancarie dopo la riscossione di tutte le fideiussioni imposta dalla procedura fallimentare. La curatrice non ha ancora restituito le chiavi dell'azienda e neppure la contabilità degli ultimi tre mesi e mezzo. Si sta attendendo con ansia la convocazione di un incontro con il giudice delegato Caterina Zambotto e con la stessa curatrice Alessia Schiavon. Si procederà in quella sede alla stesura del bilancio di liquidazione della procedura. In altre parole, tutti i professionisti che hanno lavorato all'iter fallimentare dovranno essere retribuiti. Vista la pronuncia favorevole della Corte d'Appello di Venezia, che ha dichiarato la nullità del primo verdetto per «un vizio dipeso da un errore di cancelleria», tutte le spese di causa dovranno essere a carico dell'erario. Magra consolazione per una società che non riesce a rimettersi in marcia, con undici dipendenti inizialmente licenziati in tronco e ora sospesi senza neppure aver diritto all'indennità di disoccupazione. Resta il rammarico per una decisione frettolosa, assunta in assenza della controparte, e senza una doverosa verifica delle effettive condizioni dell'azienda. Si sarebbe potuto ovviare all'inconveniente concedendo a "Finalmentecasa" l'esercizio provvisorio in attesa del ricorso in appello ma anche quest'istanza non è stata accolta. I giudici non hanno creduto alla buona fede della ditta di Furlan perseverando nell'errore. Interpellato sulla questione, il presidente del tribunale Sergio Fusaro ha chiesto tempo. Prima di qualsiasi valutazione, vuole analizzare i documenti.

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