«Microaccoglienza soluzione ottimale anche se è più costosa dei grossi centri»

Martedì 28 Luglio 2015
(L.M.) «Quella che stiamo affrontando è una situazione di emergenza, può succedere che in un centro di prima accoglienza come la Prandina arrivino minori, il problema anche se brutto è meno grave quando sono insieme ai genitori. La Prefettura è comunque al corrente del problema che viene risolto al più presto». Lo afferma Don Luca Favarin che con la sua cooperativa sociale «Percorso Vita», è in prima linea sul fronte dell'accoglienza. «È una situazione nella quale anch'io mi sono trovato non piacevole ma risolvibile, i profughi minorenni non accompagnati invece vengono immediatamente trasferiti in strutture protette - continua Don Luca - la struttura di Padova è una delle migliori del nord Italia anche se il modello ottimale è quello della microaccoglienza, abitazioni con un massimo di 25 persone, numero che permette di instaurare rapporti personali e avviare un percorso di integrazione. Inoltre ci sono maggiore controllo e sicurezza, e la Prefettura è al corrente di ogni movimento degli ospiti». Don Luca sottolinea che la Prandina va superata e serve solo da passaggio in attesa di una sistemazione.
Definisce inoltre fisiologici gli allontanamenti soprattutto per quanto riguarda gli eritrei che hanno contatti nel nord Europa. «La nostra cooperativa gestisce 7 strutture, 6 funzionanti e una in fase di apertura sia in città che in provincia - spiega - a Baone la più numerosa ospita 22 profughi in città invece gli appartamenti accolgono tra le 6 e le 7 persone, il massimo seguendo le indicazioni dell'ordinanza del sindaco. Tutte esperienze positive che non creano problemi di vicinato anche se molto più costose di un centro con moltissimi profughi».

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