«Meglio aiutare i padovani che non ce la fanno più»

Venerdì 22 Maggio 2015
Tante persone comuni si sono ritrovate davanti al municipio per prendere parte alla manifestazione, tra loro anche diversi cittadini stranieri, per ribadire il no ai profughi in città. «Preferisco dare il mio aiuto prima ai bisognosi padovani, abbiamo anziani che alla fine del mercato rovistano tra gli scarti - dice Marianna Nicotra - non chiedo di escludere i bisognosi ma prima i padovani».
«Ho voluto partecipare perché non concordo con la manifestazione della settimana scorsa, sono nigeriana arrivata nel 2005, ho un lavoro e sono trattata bene come tutti gli stranieri che lavorano e rispettano le regole - spiega Joy - chi viene qui a delinquere danneggia anche noi». Andrea Calzavara è in piazza per ribadire la sua contrarietà ad ospitare clandestini dei quali non si conosce nulla. «Sono contraria a dare gli appartamenti per guadagnare - sottolinea Luana Fattori - se uno prende dei profughi in casa i controlli devono essere rigorosi. La mia è una famiglia di immigrati, Canada, Belgio ma dovevano rispettare tutte le regole».
Lapidario Marco S. «Distinguere tra clandestini e profughi è un imperativo morale». Tra i manifestanti il presidente del consiglio comunale e candidato alle regionali Roberto Marcato. «La Commissione che valuta i rifugiati afferma che 9 su 10 non avranno lo status e diventeranno clandestini - sottolinea Marcato - Don Luca Favarin deve capire che non vogliamo il business dell'accoglienza e mettere 7/8 nigeriani, che non scappano dalla guerra, in un appartamento mette in discussione la comunità.
In piazza delle Erbe il corteo si è scontrato verbalmente con un gruppo di aderenti al cso Pedro bloccati da un muro di poliziotti. Il gruppo nel pomeriggio si era riunito in piazza Antenore di fronte alla Prefettura. I giovani del Pedro avevano appeso il "permesso di soggiorno rilasciato nel 1200 A.C. dall'accogliente popolazione autoctona all'eroe troiano e alla sua famiglia in fuga da Troia e approdato qui dove fondò Padova". Una lunga teoria di barche di carta hanno invece addobbato la tomba di Antenore a significare, come ha precisato Fabio, il lungo viaggio di Antenore e per rispondere a tutti, da Salvini fino a Bitonci, che chiedono di bloccare i barconi che «anche il Pedro è per il blocco ma dei respingimenti e del razzismo». Infine sulla targa che indica la piazza sotto il nome di Antenore è stata apposta la dicitura profugo. «Chi attraversa il mediterraneo diventa un profugo, vogliamo sollecitare l'apertura di corridoi umanitari - dice Fabio - accogliere significa rifondare la città. Lo hanno testimoiato le persone scese in piazza venerdì scorso. Bitonci se è sindaco di tutti li deve ascoltare e non comportarsi come Ezzelino da Romano».

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