«Difendiamo le mamme ma ci sentiamo minacciate»

Venerdì 9 Ottobre 2015
Tre persone, sedicenti «della Questura di Padova», sventolando un imprecisato distintivo, si sono presentate martedì a mezzogiorno nella sede sociale di Progetto Donna Oggi, in via Sette Martiri 51A, associazione che si occupa di tutelare le donne vittime di violenza in tutte le sue forme grazie a sportelli allestiti nel quartiere 1 a Padova e a Rubano.
La sede sociale è anche l'abitazione della presidente del sodalizio, Mara Bertini. La donna si è affacciata alla finestra, i tre insistentemente chiedevano che scendesse perchè avevano necessità di parlarle: volevano a tutti i costi un confronto di persona. Bertini si è rifiutata di raggiungerli in strada e loro si sono volatilizzati.
Bertini ha chiamato i carabinieri. Una pattuglia si è recata sul posto, raccogliendo la testimonianza della signora. «Abbiamo paura, ci stiamo occupando di alcuni casi di violenza familiare e non vorrei - dice la presidente - che questa "visita" fosse correlata. Chi parlava era italiano, gli altri due non hanno aperto bocca. Non li avevo mai visti prima ma io e i miei operatori stiamo con la guardia alta. Mandati da qualcuno? Ladri? Non so, ma di sicuro c'è grande paura. Noi volontari aiutiamo gli altri, ma chi protegge noi?».
Progetto Donna Oggi è un'associazione di volontariato che da 26 anni opera sul territorio di Padova e provincia a sostegno delle vittime di abusi e violenze. Offre aiuti materiali e vicinanza emotiva a chi, italiano o meno, è in difficoltà. L'onlus fin dal 1989 propone ascolto, consulenza e sostegno a famiglie, coppie e singoli che affrontano piccoli e grandi problemi quotidiani nell'organizzazione parentale, lavorativa, relazionale e in tutte le situazioni di disagio.
Negli ultimi anni si è focalizzata sulla violenza, storie di abusi sessuali, prevaricazioni, ricatti, sopraffazioni, un universo nero dove predominano il silenzio e la paura: «Chi ne rimane avviluppato spesso e volentieri non trova la forza di reagire, talvolta fatica anche ad ammettere a se stesso che proprio quella persona, che sembra tanto amorevole e perbene, possa compiere atti così disgustosi e biechi».
L'associazione mette a disposizione un'équipe composta da psicologhe, psicoterapeute, mediatori familiari, avvocati civilisti e penalisti, educatrici e volontarie e gestisce uno sportello al quale, chi lo desidera, può rivolgersi in totale privacy. Tutto gratuito, tempo e risorse messe a disposizione per solo buon cuore.

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