«Difenderemo i piccoli negozi»

Mercoledì 22 Ottobre 2014
(M.G.) Il presidente dell'Ascom, Patrizio Bertin, alla notizia dell'insediamento di una media struttura di vendita fra il tribunale e la fiera si mostra sorpreso ma non demorde. «Dobbiamo valutare esattamente la situazione ma prima voglio capire se non si poteva fermare. Poi, mi scusi, i consumi sono in calo, siamo pieni di centri commerciali e molti sono in netta difficoltà, non capisco. Comunque siamo pronti a dare battaglia e chiedere spiegazioni alla politica. Sono divisi su molte cose ma qui sembrano tutti d'accordo».
«Quello che mi preccupa non sono interventi come questo, su aree degradate» continua Nicola Rossi, presidente della Confesercenti. «Mi preoccupano i grandi ipermercati, tipo la Nave de vero che dragano clienti da tutto il Veneto, o i 260mila metri quadrati in vendita a S. Lazzaro. «Ora pensate se Auchan che si sente stretto in 7mila metri quadrati volesse raddoppiare, oppure se A&O aprisse davvero nell'area ex Stimamiglio, altri 14 mila metri. Quale sarebbe la capacità di attrazione di operazioni come queste? Ecco, ci dà fastidio che ci sia una programmazione conseguente a scelte regionali che porti alla nascita di questo tipo di strutture e temiamo accada anche all'ex Foro Boario e in zona stadio».
Sulla vicenda dell'area dietro il tribunale interviene anche l'ex vicesindaco, Ivo Rossi: «Era un'area vincolata dal 2000, con Giustina Destro. Ogni modifica della scelta che penalizzi chi ha visto riconosciuto un diritto si sarebbe potuta fare, certo, ma il Comune avrebbe dovuto pagare i danni perché ci sarebbe certamente stato un ricorso per una diminuzione del valore dell'area e per le tre rotatorie e il viale costruito e ceduto al pubblico. Diverso è il caso dell'area del Comune a S. Lazzaro dove viene introdotta ex novo la possibilità di acquisto al privato». Interviene anche il capogruppo regionale di Italia dei Valori Antonino Pipitone: «Nuove strutture del genere condannano alla chiusura i pochi negozi a gestione familiare che ancora sopravvivono nei nostri quartieri, già strangolati dalla crisi».

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