«Ci hanno aggredito come delle belve, è la quarta volta che subiamo una rapina»

Giovedì 27 Novembre 2014
(R.I.) «Una scena allucinante. Feroci, arrabbiati, violenti. Avevano già rubato le borse con i gioielli quando hanno infierito inutilmente. Mio marito è stato colpito alla testa e minacciato con una pistola puntata alla tempia, mio nipote invece è stato bastonato in faccia con il calcio del fucile, forse un kalashnikov. Colpi talmente forti che gli hanno rotto i denti. Ora gli hanno messo un apparecchio per bloccare l'arcata e non riesce nemmeno a mangiare». A raccontare gli attimi concitati della rapina di lunedì alle 19.25 è Daniela Nardo, 65 anni, titolare assieme al marito Giuseppe Slaviero di 67 anni della gioielleria Eurogold di viale San Marco 76. I coniugi, assieme al nipote trentenne Alessandro Nardo, sono stati bloccati, aggrediti e derubati delle borse che contenevano gioielli per 300mila euro all'uscita dagli studi televisivi di Canale Italia, a Rubano nel Padovano, dopo la conclusione della loro televendita. «È la quarta volta che ci rapinano, di solito ci attendevano al rientro a casa - dice la donna, ancora sotto choc, che abita a Padova con il marito - una cosa così violenta però non me la sarei mai aspettata. Una scena da film, con i fanali dell'auto che ci accecavano e di una aggressività davvero inutile». Poi nelle parole della donna la sequenza di quei pochi istanti di terrore. «Stavamo uscendo dalla sede dell'emittente televisiva e la signora della reception ci ha aperto il cancello - racconta Daniela Nardo - i banditi hanno messo la loro auto davanti alla fotocellula per tenere il cancello aperto. Poi si sono avventati su di noi. Erano in tre, con il volto coperto. Uno aveva il fucile, gli altri due le pistole. Mio nipote, per istinto, ha cercato di scappare all'interno dello stabile per chiedere aiuto. Aveva due borse una con il computer e l'altra con gli effetti personali. Gli si sono scaraventati addosso e lo hanno colpito in faccia con il fucile. Colpi forti che gli hanno compromesso la dentatura e solo per fortuna non hanno fratturato la mandibola. Ora gli hanno messo un apparecchio ed ha dei denti da devitalizzare». La donna ricorda il nervosismo dei tre banditi che parlavano in dialetto veneto. «Uno se l'è presa con mio marito, lo ha colpito alla nuca e gli teneva la pistola puntata alla testa - continua nel racconto - io gli ho detto "lasciatelo stare le borse con i gioielli le avete già prese". E lui, con cadenza veneta, mi ha detto di stare zitta e mi ha spinta a terra. Ha strappato il giubbotto e la giacca che mio marito indossava, sapevano che alcuni gioielli li teneva in tasca». Nel frattempo è intervenuta anche una quarta persona. «Il figlio della titolare del Magicabula, che aveva fatto la televendita di vestiti poco prima di noi, è uscito e si è avventato su un bandito. Ma pure lui è stato buttato a terra. Ci stavano tenendo d'occhio, conoscevano i nostri spostamenti e dove tenevamo i gioielli». Poi i banditi sono saliti a bordo della loro Ford Focus station vagon e in un lampo sono svaniti. L'auto di lì a poco è stata abbandonata ad un paio di chilometri di distanza dal luogo della rapina.

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