«Basta con il muro di no Solo il dialogo combatte la paura e la diffidenza»

Domenica 2 Agosto 2015
Un errore, per i sindaci, non partecipare alla riunione indetta dal presidente della Provincia sul tema dell'immigrazione. È quanto afferma don Luca Favarin dell'associazione Percorso Vita onlus che si occupa anche di accoglienza e integrazione degli immigrati.
«Si dovrebbe capire che ci troviamo di fronte ad un problema sociale più che ad un problema di sicurezza e di ordine pubblico, e sotto quest'ottica va visto - esordisce don Luca - I sindaci che sono schierati per il "no" dovrebbero comprendere che non si amministra erigendo muri e barriere e di conseguenza scaricando il problema sugli altri: il problema va invece gestito. Se la politica è quella del "va bene ciò che si fa" a condizione che non sia sul proprio territorio, non si arriverà a nulla». Don Luca considera che ci si trova di fronte ad un fenomeno di livello mondiale. «Di questo ci si deve rendere conto: il fenomeno è globale. Se il sindaco di un Comune piccolo, ad esempio di un migliaio di abitanti, dice no all'accoglienza, come può pensare di incidere sulla questione? - si chiede il sacerdote - Se i sindaci continuano a dire no a tutto, poi non possono lamentarsi se si arriva a soluzioni estreme».
Don Favarin inoltre invita i primi cittadini a sottoscrivere il documento siglato - per ora - dai Comuni di Este, Battaglia Terme, Baone e Due Carrare con la Prefettura e tre associazioni che si occupano di accoglienza, tra le quali la sua ed Ecofficina onlus. L'accordo permette a quanti hanno già presentato richiesta d'asilo di essere impiegati come volontari in favore dei Comuni che li ospitano. «È un'opportunità con un valore simbolico di grande valenza che mette in relazione profughi e territorio - continua Don Luca - Serve creare il dialogo per battere paure e diffidenza. Invito anche le parrocchie ad aprire le porte e inserire sul territorio i profughi per dar loro modo di restituire un po' di ciò che ricevono dalle comunità che li ospitano».
Preferisce non commentare il diniego di parte dei sindaci della provincia all'incontro indetto da Soranzo il presidente di Ecofficina Educational, Gaetano Batocchio. Focalizza invece l'importanza dell'inserimento dei richiedenti asilo nei lavori socialmente utili. «Credo molto in questo progetto. Se i profughi rimarranno in Italia è un ottimo sistema di inserimento nel tessuto sociale, se torneranno ai loro paesi d'origine lo faranno con un bagaglio utile di conoscenze - spiega - Per loro svolgere attività di volontariato è sicuramente l'occasione di fare un'esperienza che potrà tornare utile. Stare qui diversi mesi ed imparare una metodologia di lavoro, ad esempio la raccolta differenziata dei rifiuti, o partecipare a corsi di formazione sulla sicurezza sul posto di lavoro è importante». Batacchio sottolinea però che il lavoro delle cooperative che accolgono i richiedenti asilo è solo un tassello del sistema di accoglienza. «L'organizzazione degli arrivi e delle collocazioni - conclude il presidente - dovrebbero essere fatte a livelli più alti e non certo spettare alle cooperative».

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