«Tetto agli stipendi delle toghe? Sacrosanto, non è un attentato»

Sabato 19 Aprile 2014
ROMA - In nome di Adriano Olivetti, Matteo Renzi cala un colpo di scure sugli stipendi dei «megadirigenti». Non si potrà guadagnare più di 240 mila euro. Anche il primo presidente di Cassazione, il cui compenso di 311 mila euro era l'asticella massima, si vedrà decurtare 71 mila euro l'anno. Un intervento che non è un «attentato alla libertà e indipendenza della magistratura». Il premier non ha gradito le critiche ricevute dall'Associazione magistrati e lo dice chiaro: «Mi aspetto che i giudici non commentino» le bozze di legge. Parole che provocano una reazione piccata dell'organizzazione delle toghe: «Le leggi, come le sentenze, si rispettano, ma si possono commentare». E il presidente Sabelli ricorda le «prerogative di natura costituzionale» della magistratura, lamentando di non aver avuto «alcuna interlocuzione» con il governo sulle misure adottate, che rischiano, «di essere non eque, colpendo solo alcune categorie». Ma non ci sono totem intoccabili, per il giovane presidente del Consiglio. «Mi consigliano: "non parlare dei magistrati"». Ma decide di assumersi «personalmente la responsabilità» di dichiarare che è sacrosanto applicare anche alle toghe il principio «di serietà» che d'ora in poi vuole che valga per la Pubblica amministrazione e più in generale per le istituzioni. Pur non potendo intervenire nell'autonomia di cui godono Camera e Senato, Renzi dice di augurarsi che anche i due rami del Parlamento per i loro dirigenti compiano «il gesto molto bello» di applicare un tetto 'secco' di 240 mila euro l'anno alle retribuzioni. Il premier ha deciso di ribattezzarla "norma Olivetti", perché si ispira al principio «sacrosanto» per cui nessun dirigente può guadagnare più di dieci volte lo stipendio del dipendente. Dunque, niente scaloni: il tetto «insormontabile» è fissato a «20 mila euro al mese», per tutti. E non è un taglio «così drammatico», anche considerato che «è più del doppio del guadagno del premier». Ci sarà una fuga di dirigenti «al privato»? «Brivido», ironizza Renzi. «Avranno la nostra lettera di referenze e di auguri...».