Sui profili Facebook frasi di Mussolini e link blasfemi sul Papa

Martedì 23 Dicembre 2014
Sui profili Facebook frasi di Mussolini e link blasfemi sul Papa
La strategia della tensione è transitata, ma forse è addirittura iniziata, in Veneto e in Friuli. I sospetti per la strage di Piazza Fontana del 1969 portarono a Treviso (Giovanni Ventura) e Padova (Franco Freda), un'auto imbottita di tritolo uccise nel 1972 tre carabinieri a Sagrado di Peteano, in provincia di Gorizia. Il nuovo progetto di strategia della tensione porta ancora una volta nel Nordest, con arresti e indagati.
Ieri mattina i carabinieri del Ros hanno ammanettato Marco Pavan, 30 anni, originario di Mirano (Venezia), residente in via Piave 49 nella frazione di Torreselle di Piombino Dese (Padova). Sono stati i genitori del giovane ad aprire la porta ai militari. Il trentenne, che lavora come operaio metalmeccanico in una ditta del Trevigiano, non ha fatto una piega. Ha letto il verbale d'arresto, si è vestito ed è salito nell'auto dei carabinieri. Secondo l'accusa, sarebbe un affiliato operativo dell'organizzazione, uno di quelli che, si legge nell'ordinanza, «con condivisione ideologica degli obiettivi, hanno fornito disponibilità alle fasi operative di realizzazione del progetto». Persona nota negli ambienti della Destra, sul suo profilo Facebook cita una frase di Mussolini: «Non si può esaltare il sacrificio di ieri se non si è pronti a quello di domani». La sua bacheca è piena di foto legate al fascismo, ma non manca un link blasfemo collegato all'immagine di papa Bergoglio. Incensurato, fino all'altra notte risultava sconosciuto alle forze dell'ordine.
In Veneto spunta anche il nome di un polesano indagato. Francesco Gallerani, 60 anni, è molto conosciuto a Castelmassa, dove risiede in via Sant'Anna. Appartiene alla famiglia che da decenni possiede la storica omonima farmacia nel centro cittadino. La sorella è titolare dell'attività, il fratello noto medico condotto del paese. Lui ha sempre lavorato nel negozio come commesso, noto per la passione per le materie storiche. Negli ultimi anni Gallerani ha anche dato vita all'associazione culturale «Incontro per il dialogo», distintasi per la pubblicazione dei «Quaderni massesi» (opuscoli di storia locale). Ma l'uomo non è conosciuto (perlomeno in ambito locale) per una particolare militanza politica. Ma su Facebook è solito condividere materiale da pagine come «Gli italici», «Ariani», «Librerie di Ar», la casa editrice di destra fondata a Padova da Franco Freda. Lo stesso Gallerani segnalava raduni di Forza Nuova e interveniva ai post.
In Friuli i sospetti diventano ancora più pesanti e vanno al di là di semplici manifestazioni ideologiche. Non è solo un luogo in cui fare proseliti, ma anche un'area strategica per reperire armi. Il Friuli ha un ruolo non marginale nell'ambito di Avanguardia Ordinovistica. A Gorizia facevano base due degli undici arrestati. Franco Grespi, 52 anni, milanese di origine ma residente a Gorizia, e la compagna Ornella Garoli, 53 anni, anche lei milanese. Secondo gli inquirenti Grespi sarebbe stato uno dei «promotori e ideatori di atti violenti». Nell'associazione con finalità di terrorismo, secondo i magistrati abruzzesi, si «è occupato del reperimento di esplosivi e armi da fuoco, per le quali ha intessuto contatti con fornitori stranieri; ha dato la disponibilità per essere l'esecutore materiale dell'attentato a Marco Affatigato e per rapine presso supermercati e abitazioni private», mentre la sua compagna Garoli «ha operato sopralluoghi presso supermercati abruzzesi finalizzati alle rapine e si è prestata a essere una delle persone che dovevano compiere la rapina in una abitazione».
Nel negozio della donna, in corso Italia a Gorizia, il 27 settembre scorso c'era stato uno degli incontri tra i membri del movimento, intercettati dal Ros. Ospiti la coppia aquilana Piero Mastrantonio e Monica Malandra. Gorizia avrebbe avuto un ruolo strategico anche per reperire armi da utilizzare nelle azioni violente che progettavano contro esponenti politici o magistrati di spicco nazionale privi di scorta. L'obiettivo era trovarle all'estero, in Slovenia. Puntavano all'AK-47, il kalashnikov. «Quanto costano le caramelle? Mille l'una. Ne hanno cinque», dicevano al telefono Franco Grespi e Stefano Manni per discutere l'acquisto delle armi. A fare da «trait d'union» tra Grespi e il gruppo pescarese vi sarebbero stati altri due isontini, due agenti di commercio, iscritti nella lista dei 44 indagati, Giovanni Amorelli, 38 anni, e Maurizio Gentile, 53. Tuttavia il loro ruolo sarebbe stato marginale, avrebbero dovuto reperire armi in Slovenia. Armi che mai sarebbero tuttavia state acquistate. Marginale anche il ruolo degli altri due friulani iscritti nel registro degli indagati, l'udinese Cristian Masullo, 41 anni, e Gianni Lisetto, 50 anni, originario di Pasiano di Pordenone, ora residente a La Spezia. Figurano tra gli «affiliati» per la loro condivisione ideologica. In casa dell'udinese, barista in un noto locale del centro cittadino, i carabinieri sono andati a bussare alle 3 di notte. Cercavano pc e cellulari per trovare prova dei contatti intessuti con il resto del gruppo. Contatti che sarebbero intervenuti quasi esclusivamente via internet. Lisetto, autista di camion, assente dal Friuli da una decina d'anni, dopo aver interrotto ogni rapporto con la famiglia d'origine, risulta indagato per un incontro cui ha partecipato a Montesilvano e per i contatti tenuti con Manni.
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