Striscioni di rabbia tra la folla: «Grazie, un terrorista in meno»

Mercoledì 11 Febbraio 2015
Striscioni di rabbia tra la folla: «Grazie, un terrorista in meno»
NANTO - «Un terrorista in meno. Grazie Stacchio». La scritta giganteggia sullo striscione che tre ragazzotti padovani venuti da Rovolon hanno innalzato sulle scalinate del municipio. Perchè un rapinatore e non un terrorista? Piero non ha dubbi: «Quelle persone vengono ingiustamente definite come ladri o criminali. Invece il loro modus operandi - con giubbotti antiproiettile, passamontagna e kalashnikov - è quello di un tipico commando. Per questo è stato eliminato un terrorista, non un semplice bandito».
Il corteo è reazione alla paura, esorcismo collettivo. Con i sindaci di tanti paesi: Longare, Barbarano, San Germano dei Berici, Zovencedo, Veronella, Monteviale, Lonigo, Villaga, Arcugnano, Nogarole. È la gente della Bassa, che vive in campagna e sperimenta la paura in paesi un tempo sicuri e tranquilli. Il sindaco di Montegaldella, Paolo Dainese: «Vogliamo unire le forze come un pugno, per combattere il crimine e agire nella legalità».
«Io sto con Stacchio» è la maglietta che indossa un tabaccaio vicentino: «Anche noi siamo in prima linea». «Graziano è una vittima» spergiura Luigi Amoardi della Confartigianato. «Sono triste perchè la gente è costretta a difendersi in questo modo» aggiunge la parrucchiera Arianna Stangoni di Montecchio Maggiore. Franco Vitale, sindaco di Rosolina, è lapidario: «Oggi era giusto essere qui». Alessio Camuffo, chioggiotto trapiantato a Vicenza, con addosso una bandiera con il Leone di San Marco: «Noi siamo il popolo, la politica non c'entra, anche se per venticinque anni sono stato leghista. E chi dice che siamo razzisti perchè è morto un rom dimostra di non voler capire. Quello zingaro stava bee in carcere, non in giro per il Veneto a fare rapine con la sua banda».
G. P.

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