Stop agli sciacalli, controlli rigorosi per la demolizione

Lunedì 28 Luglio 2014
GENOVA - La macabra caccia ai «trofei» della Concordia si scontrerà con rigide regole fissate da armatori e operatori responsabili dello smaltimento. La scomparsa della campana di bordo e altri oggetti nei concitati giorni seguiti al naufragio - finiti poi anche all'asta su siti come E-Bay - ha spinto a prendere ogni precauzione durante le fasi della demolizione sulla banchina del Vte del porto di Prà-Voltri. Migliaia di oggetti, arredi, impianti, infissi saranno perciò catalogati, smontati e sbarcati seguendo rigorosi criteri: da una parte quelli da eliminare, dall'altra quelli da riciclare. L'acciaio dello scafo sarà completamente riciclato: fuso in altoforno e riusato. Analogo destino per i pezzi metallici dei giganteschi motori diesel. Per arredi e oggetti di bordo - come rubinetti e gabinetti, fiches del casinò e posate dei ristoranti, quadri, lenzuola e materassi - tra i più ambiti dai cacciatori di cimeli, si deciderà durante la catalogazione. Una parte finirà in discarica l'altra sarà recuperata. Spetta alle ditte, oggi proprietarie della nave e riunite in consorzio, Saipem e San Giorgio, decidere la loro destinazione finale.
Souvenir no, ma qualche oggetto o parte significativa della nave potrebbe andare ad arricchire il Museo del Mare di Genova. «Servirebbe a non dimenticare».

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