Spesa pubblica, Renzi gonfia le cifre: taglio 20 miliardi

Giovedì 4 Settembre 2014
Spesa pubblica, Renzi gonfia le cifre: taglio 20 miliardi
ROMA - La spending review lievita a 20 miliardi di euro, almeno stando alle parole di Renzi. Una cifra monstre, ben superiore ai 16-17 miliardi prospettati finora per il 2015, e come obiettivo massimo, dagli uffici di Cottarelli, che al taglio della spesa pubblica ci lavorano da un anno.
Il premier, in una lunga intervista, fa sapere di voler inserire la razionalizzazione delle partecipate pubbliche, capitolo essenziale della spending già illustrato da Carlo Cottarelli, non più nella legge di stabilità ma anche nella legge delega sulla pubblica amministrazione, dove si ipotizza a questo punto possano confluire i testi unici sulla materia.
E soprattutto Renzi frena sul percorso di privatizzazione, dato ormai quasi per scontato, di Eni ed Enel. La vendita sul mercato di nuove quote dei colossi energetici - circa il 4,3% del cane a sei zampe e il 5% del gruppo elettrico - avrebbe assicurato introiti più o meno di 5 miliardi, tutti a vantaggio della riduzione del debito pubblico.
Le indiscrezioni di stampa uscite meno di una settimana fa erano state confermate dal ministero del Tesoro, azionista di entrambi. L'idea della dismissione era quindi stata in qualche modo assorbita anche dai mercati. Oggi le parole suonate quasi come una contraddizione: «non sono convinto che si debba partire da Eni ed Enel. - ha detto il premier - Non vedo prioritario ridurre le quote dello Stato». Da Via XX Settembre non è trapelato alcun commento ufficiale, ma un'interpretazione è arrivata dal sottosegretario Pier Paolo Baretta, secondo il quale sulle privatizzazioni bisogna sì procedere, «ma con intelligenza e cautela». Anche fonti di Palazzo Chigi invitano a non leggere nelle parole di Renzi significati che non ci sono.
Quella di Renzi non è insomma una sconfessione delle idee portate avanti da Pier Carlo Padoan, quanto piuttosto la volontà di fare una valutazione comune, nelle prossime settimane, sul percorso da intraprendere.
Modi e tempi del processo verranno quindi valutati probabilmente anche alla luce del fatto che sul debito influirà positivamente quest'anno il rimborso anticipato di 3 miliardi di Monti bond per Mps previsto nel 2015. Di fronte all'intervista di stucco è probabilmente peraltro rimasto anche Cottarelli, continuamente al lavoro nelle stanze del Mef. Il piano di tagli del commissario non ha infatti mai puntato così in alto, a 20 miliardi, menzionando come cifra massima i 18 miliardi emersi nelle slide, poi ampiamente riviste, di marzo scorso. Le ultime stime parlavano di 16-17 miliardi, addirittura rivisti al ribasso a 15 la scorsa settimana dal responsabile economico del Pd, Filippo Taddei.

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