Soros: Draghi fortissimo, funzionerà

Sabato 24 Gennaio 2015
DAVOS - Da una parte il finanziere, dall'altra il filantropo. George Soros a Davos gioca sui due ruoli. E lo fa anche parlando di Bce. Le misure adottate - sostiene - sono «fortissime» e l'ampiezza dell'intervento da 1.140 miliardi «ha superato di molto le aspettative dei mercati, credo sarà efficace». Insomma Supermario ha colpito ancora. Ma Soros - che sostiene di «essersi dimesso dalla gestione del suo patrimonio» - ammonisce su un pericolo a lungo termine che apre ad una diversa lettura delle misure adottate dalla Bce. «La maggiore liquidità sul mercato - spiega - apprezzerà il valore di chi ha patrimoni. Aumenterà l'ineguaglianza tra ricchi e poveri. E nel lungo termine potrebbe provocare anche rischi seri di reazione sociale». Il finanziere lo ripete più volte, c'è la necessità che al fianco della politica monetaria si sviluppino anche «stimoli» dalle «politiche di bilancio».
L'Europa è quest'anno a Davos uno dei tre pallini di Soros. Il primo è la rinascita della Russia («ma Putin e Russia non hanno sempre gli stessi interessi»), il secondo la nuova democrazia ucraina. Il terzo è l'Europa che «si sta disintegrando, è in deflazione ed è depressa economicamente».
L'Ucraina è nel cuore - e molti dicono anche nel portafoglio - di Soros e a Davos non lo nasconde. Invita alla cena con i giornalisti il ministro dell'economia dell'Ucraina, Natalia Yaresko e il governatore della banca centrale ucraina. E dal palco lancia un appello all'Europa «che si deve dare una mossa e si deve svegliare sulla rinascita della Russia. Deve dare all'Ucraina un supporto finanziario perché altrimenti sarà la prima a rimetterci. L'aggressione russa non solo determinerà il futuro dell'Ucraina ma anche dell'Ue».

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