Scaduto l'ultimatum, si teme

Sabato 24 Gennaio 2015
TOKYO - L'ultimatum sul pagamento di 200 milioni di dollari per il rilascio è scaduto, ma i militanti dell'Isis non hanno «consegnato messaggi» sulla sorte di Kenji Goto e Haruna Yukawa, i giapponesi in ostaggio, almeno così assicura il governo di Tokyo. Su Twitter però circolano voci sul «conto alla rovescia» partito per la loro messa a morte, che alimenta l'angoscia in tutto il Paese. L'esecutivo nipponico «continua a lavorare alla liberazione e la situazione è ancora difficile», dice il portavoce Yoshihide Suga, al termine di una giornata ad altissima tensione, aperta dall'appello disperato di Junko Ishido, madre del giornalista freelance Goto, 47 anni. «Kenji non è nemico dello Stato islamico», dice la donna spesso interrotta da un pianto composto, in un incontro con la stampa internazionale e chiede «di salvare la vita di Kenji». Descrive il figlio come una persona con «un forte senso della giustizia», che era entrato in una delle roccaforti dello Stato islamico a ottobre alla ricerca di Haruna Yukawa, 42 anni, l'altro ostaggio.
«Sono giorni di pianto e pieni di tristezza» continua la donna, ricordando che «la moglie di Kenji ha dato alla luce un bambino circa due settimane fa». Poi si scusa profondamente con il popolo e il governo del Giappone, così come con altre persone di altri Paesi, per quanto riguarda i problemi causati da Kenji. E allo Stato islamico dice: «Kenji non è un nemico, vi prego di rilasciarlo». Ribadisce che il Giappone ha promesso «di non combattere una guerra come previsto dall'art.9 della Costituzione. Il Paese non è in guerra da 70 anni e non è nemico dei Paesi islamici, ha sempre avuto relazioni amichevoli con loro».
La comunità musulmana di Tokyo, all'indomani della nota di solidarietà, ha pregato per il rilascio dei due ostaggi: circa 600 persone si sono riunite al Tokyo Camii, una delle più grandi moschee sul territorio nipponico, per ribadire che l'Islam «non tollera violenza e persecuzioni». Anzi, «l'uccisione di persone senza motivi giustificati è l'uccisione di tutta l'umanità».
Intanto numerosi esperti hanno segnalato in questi giorni che l'ultimo video dell'Isis in cui si minaccia la vita dei due ostaggi giapponesi potrebbe essere stato girato in uno studio televisivo. Diversi i punti dirimenti: le ombre dei due ostaggi e del miliziano che brandisce il coltello, identificato da più parti nel 'boia' dello Stato islamico, jihadi John, non coincidono. La luce nel filmato sembra infatti arrivare da almeno due punti diversi, destra e sinistra, le ombre non sarebbero dunque il prodotto della luce naturale del sole. E ancora: mentre c'è un leggero vento che muove le casacche arancioni dei due prigionieri, in maniera peraltro non univoca, non si rileva alcun movimento della sabbia del deserto, e nell'audio non c'è nessun disturbo sonoro che sarebbe stato provocato dalla brezza, per quanto leggera.

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