Salvini punta su Roma «L'alternativa a Renzi c'è»

Martedì 25 Novembre 2014
Salvini punta su Roma «L'alternativa a Renzi c'è»
(Segue dalla prima pagina)

... che dedica piazze e monumenti a Lenin. Supera Grillo, doppia Forza Italia. E di slancio Matteo Salvini passa il Rubicone e punta su Roma. «Da oggi ci sentiamo parte di un progetto che non guarda solo al Nord ma a tutta l'Italia» annuncia. Vede la sua prossima "Lega dei Popoli" dilagare a Sud del Po: «Con il mio nome nel simbolo, alle prossime regionali». Ma non parla certo solo di elezioni regionali, Salvini. La sua è una sfida aperta all'altro Matteo, per palazzo Chigi: «Quando Renzi è pronto, noi siamo pronti». Salvini si sente ormai il vero leader del centrodestra: «Siamo noi la forza trainante». Non ha alcuna intenzione di chiedere permesso al «doppiato» Berlusconi. Nel patto di centrodestra, tra Lega e Fi, le elezioni in Emilia hanno capovolto i rapporti di forza. E Salvini si permette di parlare direttamente alla minoranza Fi, ai dirigenti scontenti, a Raffaele Fitto, utilizzando le loro stesse parole: «L'alterativa a Renzi c'è, spero che Forza Italia chiuda rapidamente la discussione interna, certo è che se vuoi fare l'alternativa a Renzi, non puoi soccorrerlo».
Ma c'è anche un altro fronte, interno alla Lega, e un altro sconfitto dal trionfo di Salvini. È Flavio Tosi, segretario della Liga Veneta, che ambisce ad essere lui il candidato premier del centrodestra, e solo pochi giorni fa rimbeccava Salvini e Bossi puntualizzando che lui, Flavio, avrebbe corso comunque alle primarie, perché questi erano i patti in Lega. Ma il suo primo supporter, Roberto Maroni, si è recentemente defilato. E anche ieri, dopo il trionfo di Salvini, Maroni sa da che parte stare: «La vittoria in Emilia ha riflessi sugli equilibri nel centrodestra: Salvini e la Lega si candidano a punto di riferimento della coalizione». Salvini, appunto. Tutti i dirigenti leghisti lo sottolineano in una pioggia di dichiarazioni. Luca Zaia ricorda che «il successo dei partiti viene dall'avere un leader e un programma di governo, la Lega ce li ha tutti e due». «Risultato sensazionale, grandioso - si entusiasma Massimo Bitonci - Salvini è l'unico vero leader del centrodestra».
Per tutta la giornata, solo Tosi tace. Poi, quasi all'ora di cena, eccolo: «Risultato straordinario - riconosce - da attribuirsi principalmente alla politica di Salvini che è riuscito rapidissimamente a fare un recupero straordinario dei consensi persi ai tempi del cerchio magico e di Belsito». «Se si può essere felici come Lega - annota però Tosi - non lo si può essere come centrodestra, perché rispetto alle prossime elezioni regionali del Veneto, il risultato complessivo in Emilia Romagna dei partiti del centrodestra è preoccupante, c'è stata una devastante perdita di consensi in Forza Italia. Diventa quindi sempre più indispensabile rifondare il centrodestra per riportare al voto gli elettori delusi e sfiduciati che non votano per Renzi ma che non hanno trovato nessuna alternativa credibile».
Il ragionamento del sindaco di Verona è chiaro come il sole: complimenti a Salvini in quanto segretario della Lega, ma se si vuole vincere in Veneto e in Italia, se si vuole intercettare il voto dei moderati, serve un partito moderato, quello appunto che Tosi e l'amico Passera sognano di organizzare, sempre che Berlusconi si faccia cortesemente da parte. Ma dopo la vittoria in Emilia Romagna, contendere a Salvini il ruolo di leader di un'alleanza di centrodestra sembra difficile per Berlusconi, figuriamoci per Tosi. Però gli uomini del sindaco di Verona ci credono ancora: «Salvini ha successo accarezzando la pancia del leghismo, non può aver presa nel Sud né tra i moderati, mentre l'impresa può riuscire a Tosi».
Una sponda gliela offre il ministro Maurizio Lupi (Ncd): «Con i toni di Salvini la Lega non potrà mai candidarsi a guidare il centrodestra». E avverte: «Stanno esplodendo contraddizioni tra la Lega di Salvini e la Lega di Maroni, Tosi e Zaia. Con Zaia abbiamo governato bene, ma con la Lega di Salvini io non voglio allearmi. Penso che in Veneto potranno esserci problemi seri». Ma non la pensa così Marino Zorzato, coordinatore veneto di Ncd, in giunta con Zaia: «Lupi è un esponente nazionale e parla di temi nazionali, qui siamo in Veneto e se ci fossero problemi li avremmo già posti. Salvini fa un'Opa ostile su Ncd e Fi, è ovvio che noi si reagisca. Ma bisogna tener separate le cose: da una parte c'è il buongoverno della Regione Veneto, dall'altra le beghe nazionali».
In Forza Italia, i malumori causati dalla Lega pigliatutto si sommano a quelli contro la malagestione dell'ultimo Berlusconi. «Contro di noi c'è un'Opa ostile di Salvini e anche un'Opa di Renzi che i dirigenti di Forza Italia accettano, si delegittimano i nostri parlamentari e si legittima Renzi come erede, ma è mai possibile?» s'indigna Leonardo Padrin, critico anche con la Lega in Veneto in vista delle regionali di primmavera: «Mi sembra un piano di azzeramento di Forza Italia: la Lega lepenista di Salvini da una parte, dall'altra la lista Zaia alla caccia dei voti moderati. Ma così si azzera Fi, non si contende il centro a Renzi. In Emilia sono rimasti a casa mica solo gli elettori Pd, lo hanno fatto anche molti moderati: delusi dal centrodestra, ma non disposti a votare una Lega lepenista».
Alvise Fontanella

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