Ruffato: Maurizio ha ragione, il premier è

Domenica 1 Febbraio 2015
Ruffato: Maurizio ha ragione, il premier è
«No pregiudizi su Mattarella. Ma il cinismo di ridare peso alle sinistre dentro e fuori il Pd uccide riforme lavoro, giustizia, fisco. Fine di ogni speranza»
Clodovaldo Ruffato, lapidario ma significativo il "tweet" di Maurizio Sacconi.
«La decisione di dimettersi perché contrario alla scelta di Ncd di votare Mattarella, non è un giudizio negativo sul nuovo Capo dello Stato...». Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, padovano, uno dei tre grandi elettori scelti per la votazione del successore di Napolitano, non prende le distanze dal collega di partito e senatore trevigiano. Ma un distinguo lo azzarda: «Forse non era la sede adatta».
Sacconi ha messo il dito nella piaga.
«Ha voluto evidenziare quanto successo nella squadra di governo e le fughe in avanti di molti senatori siciliani schierati per Mattarella».
Quindi Alfano ha ceduto al partito siciliano?
«No, ha fatto un atto di fiducia quando Renzi ha garantito che Mattarella è candidato di tutti e raccoglie in se le qualità richieste da noi».
Perché non avete seguito Sacconi, cogliendo l'occasione per rimarcare la vostra presenza nella maggioranza di governo?
«Perché molti volevano votarlo, come metà dei grandi elettori di Forza Italia nonostante l'ordine di scuderia fosse di utilizzare la scheda bianca».
La posizione di Sacconi, mette in discussione la nascita di Area Popolare, con la fusione Ncd-Udc?
«Non credo, si va avanti».
Avanti anche se Sacconi?
«Maurizio non si defilerà. Anche se ritiene le dimissioni irrevocabili, credo ci ripenserà».
È evidente che ha dato fiato al malcontento.
«Non è il solo a non gradire la spregiudicatezza di Renzi. C'é un dato chiarissimo: a Renzi non frega niente di nessuno... È spregiudicato al massimo. Vedremo fino a quando potrà tenere».
Premier spregiudicato, nel senso che se ne infischia di voi Area Popolare?
«Dimostra di non considerare il maggiore alleato di governo».
Perché lei ha votato a favore di Mattarella?
«Perché alla fine il partito ha deciso così...».
Sacconi ha votato?
«Mi pare di sì, ma non so come. Comunque era in aula ad applaudire dopo la proclamazione da parte della Boldrini».
Il senatore suo collega di partito, ha voluto ricordare al premier, e anche ad Alfano, che il governo non è un monocolore di sinistra.
«Sicuramente. Per questo attendiamo le prossime mosse di Renzi sulle riforme».
Potevate sostenere Sacconi e dare un chiaro segnale al "guidatore".
«Con il rischio di trovarci in quattro gatti».
Non è una "condanna" per Sacconi?
«Se è vero che il Pd si è ricompattato e non ha più problemi di franchi tiratori interni, mi chiedo: come saremo considerati quando si parlerà di riforma elettorale, del fisco e della giustizia?».
Sta dando ragione al senatore trevigiano?
«Appoggiamo questo governo ma siamo ripagati con pesci in faccia...»
Sacconi "assolto"?
«Diciamo così: il passaggio istituzionale per eleggere il capo dello Stato non era adatto per ridisegnare i confini dell'alleanza. Comunque, i segnali servono per marcare le posizioni».
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