Renzi: poveri e partite Iva, cerco le risorse per il 2014

Giovedì 24 Aprile 2014
ROMA - Non indosserà la maglia numero 8 al fianco di Baggio e Batistuta. Matteo Renzi rinuncia «anche se mi costa caro», confessa, alla partita del Cuore (il 19 maggio a Firenze per aiutare Emergency) per chiudere le polemiche sulla par condicio. Ma non l'offensiva contro M5S che «non ha paura di me calciatore ma di chi vuole cambiare l'Italia». È un'altra la porta in cui il premier tenterà di mettere a segno un gol: vincere le europee dimostrando che fa sul serio e che, dopo aver dato 80 euro, «non un'elemosina», manterrà gli impegni con sgravi per incapienti, partite Iva e pensionati.
I sondaggi confermano che il decreto Irpef è tutta salute per il Pd a quasi un mese dalle elezioni. Ma il premier non accetta le critiche di chi parla di mossa elettorale. «È una rivoluzione - taglia corto - nel modo di concepire il rapporto tra stato e cittadini». Nel mirino finisce il principale concorrente del Pd: Beppe Grillo. «I comici milionari - attacca Renzi - dicono che 80 euro sono una presa in giro. Se provassero a vivere con 1200 euro al mese non lo direbbero». Polemiche a parte, il premier guarda avanti: ieri ha avuto a Palazzo Chigi un lungo vertice con il ministro Marianna Madia per chiudere entro aprile la riforma della pubblica amministrazione. Semplificare è la parola d'ordine del prossimo decreto con un occhio ai cittadini e alle imprese che «vanno aiutate riducendo la burocrazia». D'altra parte, anche la riforma del lavoro punta, a suo dire, a togliere i lacci che ostacolano l'aumento dell'occupazione. Contro l'«emergenza lavoro», Renzi non crede tuttavia che la ricetta giusta sia l'introduzione del reddito minimo di cittadinanza: «Non sono d'accordo, non crea posti di lavoro. Abbassare le tasse è giusto».
In questa direzione si muove l'esecutivo: nei prossimi mesi, come annunciato approvando il decreto Irpef, si cercheranno le risorse per dare il bonus anche agli incapienti e intervenire sulle partite Iva. Più lunghi, invece, i tempi per un aiuto ai pensionati sotto i mille euro: «Nel 2014 - aveva spiegato il premier giorni fa - non ce la facciamo. Ma per il 2015 è un impegno». L'obiettivo è «rilanciare l'economia» e un Pil che «quest'anno è stato negativo, anzi disastroso» senza sforare i parametri europei. Risparmiando, in primis, sulla macchina statale: dopo i tagli ai manager, si punta a far calare la scure sugli uffici periferici dello Stato. «Che senso ha che la Ragioneria centrale abbia le sedi in tutte le province?», spiega facendo capire che il giro di vite di quest'anno è stato solo un antipasto. Ma oltre al risparmio, il governo punta seriamente a usare meglio i fondi europei che finora «l'Italia ha buttato via per colpa di burocrati e politici che hanno fallito». Oggi il sottosegretario Graziano Delrio andrà in missione ad Atene, al meeting dei ministri della Coesione. Ma anche Renzi non sta fermo: «La prossima settimana faremo un incontro ad hoc e lanceremo un'iniziativa», annuncia senza svelare i dettagli. Quanto alla scuola, il premier fa un primo bilancio: «Abbiamo ricevuto 4.500 richieste per interventi di edilizia. Abbiamo tolto dal patto di stabilità 3,5 miliardi per questi lavori».
Infine, gli esodati. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, annuncia tra una settimana un tavolo con Inps, parti sociali, Commissioni parlamentari per definire «una soluzione strutturale dinamica», una sorta di scivolo, per chi è vicino alla pensione ma non ancora pensionabile, ha perso o perde il lavoro. Poletti pensa a «una regola generale che dica che tutti quelli che arrivano a questa condizione possono avere un certo trattamento». Altri dettagli non ce ne sono. Secondo i sindacati «potrebbe trattarsi di uno strumento flessibile che prevede un assegno pensionistico anticipato ma ridotto».