Renzi: in busta paga a maggio gli 80 euro «alla faccia dei gufi»

Sabato 19 Aprile 2014
ROMA - I «mitici» 80 euro in busta paga da maggio, per «10 milioni di lavoratori». Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, scende in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri e con 10 tweet («per le slide, questa volta non c'è stato tempo») illustra il decreto legge ribattezzato Italia coraggiosa. «Parola mantenuta, alla faccia dei gufi e dei rosiconi», dice, spiegando di aver preferito rinviare il bonus per gli incapienti e le novità per autonomi e partite Iva pur di approvare la misura. I «denari», sottolinea, sono «strutturali» e se per il 2015 non sono scritti nero su bianco nel decreto saranno indicati, però, nella legge di stabilità. Tetto di 240mila euro agli stipendi dei manager e degli «alti magistrati», tagli alla Difesa per 400 milioni, di cui 135 milioni di euro arriveranno dagli F35, risorse dall'aumento della tassazione delle plusvalenze di Bankitalia (la voce più corposa quest'anno con 1,8 miliardo) e dagli introiti Iva ma anche dal pacchetto sobrietà e dalla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi: si tratta in tutto di risparmi per 6,9 miliardi nel 2014 che raddoppiano l'anno prossimo.
È una «rivoluzione», secondo il premier, quella cominciata, in grado di ridare «soldi ma soprattutto speranza e fiducia agli italiani». Per questo si chiedono sforzi a chi finora non ha tirato la cinghia. Anche a costo di affrontare polemiche: «Non ho paura - assicura Renzi - di dire che mettere un tetto agli stipendi delle toghe non è un attacco all'indipendenza della magistratura». E poi rivolto all'Associazione nazionale magistrati (Anm): «Io non commento le sentenze, mi aspetto che i giudici non commentino il processo di formazione delle leggi che li riguardano». Le leggi, «esattamente come le sentenze, si rispettano - è però la replica di Rodolfo Sabelli, presidente dell'Anm - ma si possono commentare».
Tra quelli che dovranno fare la loro parte, anche la Rai: «È chiamata a concorrere al risanamento con 150 milioni di euro, è autorizzata a vendere Rai Way e a riorganizzare le sedi regionali. Ma - concede Renzi - deciderà lei che cosa fare». Con in testa la «semplificazione» della macchina amministrativa, il governo ha deciso di sforbiciare le municipalizzate che si vedono ridotte da 8mila a mille. Il che oltre a semplificare, permetterà di fare cassa, come la stretta sulle auto blu e sugli spazi a disposizione dei dipendenti che oggi dispongono di 44 metri quadrati ciascuno e che da domani si dovranno accontentare della metà. Un taglio che invece non c'è, sottolinea, è quello alla sanità.
Insomma, è la convinzione di palazzo Chigi, il governo è passato dalle promesse ai fatti smentendo quanti lo accusano di misure spot ed elettoralistiche. Come dimostra - è l'esempio del presidente del Consiglio - l'abolizione delle tariffe postali agevolate ai partiti per i candidati in piena campagna elettorale. Non a caso una misura sulla quale i ministri si sono mostrati scettici, racconta lo stesso Renzi: «Si sono fidati di me e di Padoan». Il ministro dell'Economia assicura come, grazie al mix di interventi a breve termine e riforme strutturali, «l'Italia possa ora guardare avanti», confidando di tornare a crescere. «Il prossimo anno - annuncia Padoan con orgoglio - abbiamo addirittura più risorse di quelle necessarie. Così rimane un grado di libertà: un sogno, per chi fa politica economica». Grazie al quale Renzi può dire di «non temere il Parlamento. Queste misure - chiosa - mi paiono godere di un ampio consenso. Come fa il M5S a non votarlo?».