"U picciriddu" ideò l'attentato a Di Matteo

Venerdì 19 Dicembre 2014
Vito Galatolo è il capo mafia che ha ideato, a Mestre, in un appartamento di via San Pio X, l'attentato a Nino Di Matteo, il magistrato impegnato nel processo sulla trattativa Stato-mafia, visto ormai come un simbolo nella lotta alle collusioni tra Cosa nostra e pezzi delle istituzioni. È stato lo stesso Galatolo, "u picciriddu", a raccontare di essere l'ideatore e l'organizzatore dell'attentato. «Non sono pentito, non ho intenzione di collaborare, ma voglio togliermi un enorme peso dalla coscienza» - ha esordito il boss della famiglia dell'Acquasanta che dal 2012 viveva in un appartamento del centro di Mestre - città che aveva scelto dopo essere stato costretto dal Tribunale di Palermo a lasciare la Sicilia. Da quell'appartamento il boss usciva solo per andare a giocare nella sala scommesse di via Verdi o per andare a lavorare al Tronchetto, assunto da quell'Otello Novello detto il Cocco Cinese, che gestisce il traffico dei lancioni granturismo a Venezia e che ieri ha ricevuto la visita dei carabinieri dei Ros. Vito Galatolo, 41 anni, è considerato un boss di prima grandezza nell'universo della mafia fedelissima ai corleonesi di Totò Riina. Vito Galatolo è figlio di Enzo, padrino di peso coinvolto nelle stragi di Capaci e via D'Amelio e in omicidi eccellenti come quello del giudice Rocco Chinnici. Il capoclan è stato arrestato nel giugno scorso a Mestre, proprio in via San Pio X, dalla Guardia di finanza che stava indagando sugli interessi della mafia negli appalti dei cantieri dei porti dell'Adriatico. Dopo qualche mese ha iniziato a collaborare ed ha svelato i piani per l'attento a Nino Di Matteo, ma evidentemente oltre a questo ha iniziato a parlare anche della parte "veneziana" della sua attività criminale.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci