Polizia e militari, aumenti a rate

Martedì 9 Settembre 2014
Polizia e militari, aumenti a rate
ROMA - Caccia a 400 milioni di euro. E' questa la somma che il governo sta cercando per finanziare, nel 2015, una prima fase di sblocco dei salari di forze di polizia e militari. Per fare il punto della situazione ieri il ministro Roberta Pinotti ha incontrato i vertici della difesa: i capi di Stato maggiore della difesa, delle Forze armate e il comandante Generale dell'arma dei Carabinieri. Nelle stesse ore, il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, spiegava che trovare adesso gli 800 milioni di euro che servono per risolvere in maniera strutturale la questione è «impossibile». E dunque l'esecutivo sta preparando un piano di riserva da sottoporre ai sindacati già questa settimana.
Il ragionamento che Palazzo Chigi farà ai propri interlocutori (si parla di un incontro con Matteo Renzi giovedì) in agitazione è il seguente: costruiamo insieme un percorso graduale che permetta di cancellare, non subito ma nel giro di qualche anno, il problema delle promozioni bianche. Vale a dire l'incaglio prodotto dal congelamento degli scatti voluto dal governo Monti per ridurre la spesa pubblica. Una mossa che, riconosce una fonte del Viminale che sta lavorando sul dossier, ha determinato «un ingiusto disallineamento tra gli avanzamenti di grado e il trattamento economico». Uno squilibrio che ha prodotto decine di migliaia di situazioni paradossali con sottoposti pagati meglio rispetto ai propri superiori. Palazzo Chigi immagina insomma un meccanismo che sani la questione in maniera progressiva mettendo intanto sul piatto, dall'anno prossimo, la metà della cifra che servirebbe a risolvere la pratica in maniera definitiva. Con quali criteri e quali coperture? Sul primo punto, il governo punterebbe a regolarizzare, in via prioritaria, i diritti acquisiti che da più tempo aspettano soddisfazione. Ma è il secondo punto il vero nodo da sciogliere. «Il reperimento delle risorse - ha spiegato ancora Bubbico - è un lavoro impegnativo. La cosa fondamentale è rimettere in campo un dialogo che chiuda questo solco che si è determinato, perchè i contratti sono fermi, non c'è il riconoscimento economico di funzioni esercitate e i disagi si accumulano».
La copertura degli scatti di carriera e grado dell'ultimo trimestre del 2014 (servono 270 milioni) non desta alcuna preoccupazione. La gran parte dei soldi è già stata trovata grazie ad una serie di misure, tra le quali il congelamento del turn over. Per il 2015 invece il governo finanzierebbe l'operazione con una prima parte di tagli di spesa alla macchina amministrativa delle polizie di Stato. Cominciando con ogni probabilità con la riduzione dei quasi 300 centri di spesa e con l'accorpamento di molte centrali operative. Come chiede con forza il Sap (il sindacato autonomo di polizia) secondo il quale è possibile ridurre del 60% i costi inutili. Ma in queste ore, al Viminale, si sta ragionando anche sul Fug. Vale a dire il Fondo unico di giustizia nel quale confluiscono le risorse finanziarie della criminalità sottoposte a sequestro cautelare. Si tratta di un salvadanaio da 3 miliardi di euro. Anche se, avvertono dal ministero degli Interni, non si tratta di sostanze strutturali e comunque le risorse in ballo sarebbero inferiori a 1 miliardo in quanto non tutti i sequestri si trasformano poi in confische. Sull'opportunità di utilizzare parte delle sostanze del Fondo unico per sbloccare scatti e avanzamenti batte tradizionalmente il Cocer della Guardia di finanza che circa un anno fa ha calcolato che in soli 6 mesi del 2013 sono stati recuperati 1,1 miliardi dalle attività di contrasto alla malavita.
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