Padoan scrive a Bruxelles Pareggio rinviato al 2016

Giovedì 17 Aprile 2014
ROMA - Il Governo scrive alla Commissione europea e per giustificare lo slittamento al 2016 del pareggio di bilancio invocando le 'circostanze eccezionali'. A partire dall'ulteriore pagamento di 13 miliardi di debiti arretrati della P.a. Bruxelles risponde : ok, valuteremo. Anche in vista dell'esame del piano di riforme e del semestre di presidenza. Dopo una giornata di polemiche e scontri alla Camera con Fi che minaccia l'ostruzionismo, il Tesoro mette 'on line' il carteggio Roma-Bruxelles. E il premier Matteo Renzi replica via twitter a chi non crede al percorso fissato dal governo nel Def per la riduzione delle tasse: «Dicevano che era una televendita. Poi che non c'erano le coperture. Poi le coperture sì, ma non quelle. Amicigufi ma aspettare venerdì no?».
Dunque oggi si va al doppio voto (del Def e del rinvio del pareggio a Camera e Senato) dopo una giornata di polemiche arrivate anche durante la riunione della capigruppo di Montecitorio dove il presidente dei deputati di Fi, Renato Brunetta ha minacciato di non votare il Def senza aver prima visto la lettera di Padoan. Nella maggioranza liquidano gli attacchi di Fi come strumentali visto che il governo aveva già annunciato la lettera che serve solo ad «informare» l'Ue. La parola passa alle aule parlamentari. E l'attenzione di Renzi è soprattutto sui numeri di Palazzo Madama visto che dovranno essere presenti 168 senatori per la maggioranza assoluta. L'ordine di scuderia è: tutti in aula. Nella lettera inviata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al vicepresidente della Commissione europea Siim Kallas, si assicura comunque il pareggio strutturale nel 2016 e che il governo, oltre a usare la spending review per ridurre il cuneo fiscale nel 2014, procederà nel periodo 2014-2017 con un piano di privatizzazioni di circa lo 0,7% di pil all'anno.
Replica: «prendiamo atto della deviazione temporanea, «la Commissione valuterà il percorso di aggiustamento». Intanto il governo cerca risorse per l'intervento sui più poveri, i cosiddetti incapienti (chi guadagna meno di 8.000 euro l'anno). La questione arriverà sul tavolo del Cdm - confermano fonti di governo - già domani insieme all'intervento di taglio al'Irpef per i redditi più alti (fino a 25.000 euro). I famosi 80 euro (in media) che arriveranno nelle buste paga del 27 maggio. E torna l'idea, per tutti non solo gli incapienti, di agire più che attraverso le detrazioni fiscali utilizzando un 'bonus' che sarebbe anticipato dai datori di lavoro che poi, a loro volta, lo sconterebbero da quello che devono pagare all'erario. Il costo dell'intervento per i più poveri (in tutto sono 4 milioni, quindi non sarebbero tutti compresi) sarebbe approssimativamente di 1 miliardo. Che si aggiungere ai 6,7 miliardi previsti per le fasce più alte. Si studia anche tecnicamente come far arrivare la cifra (si parla di 40-50 euro) ai singoli. Si ipotizza di farli anticipare dai datori di lavoro. Ad esempio il bonus arriverebbe anche a colf e badanti con redditi sotto gli 8.000 euro. E ad 'anticiparli' sarebbero i datori di lavoro , le famiglie che poi li recupererebbero versando meno contributi all'Inps. Sul fronte della coperture tornano le ipotesi di tagli per il ministero della Difesa, in particolare al programma per l'acquisto degli F35. Poi sembra prendere sempre più piede l'ipotesi di tagliare gli stipendi alti. Cioé di chiedere un 'contributo di solidarietà'. L'ipotesi è che vengano colpiti gli stipendi più alti ma anche quelli intermedi con un meccanismo a scalare che colpirebbe anche i quadri. Si studia un meccanismo che coinvolgerebbe stipendi pubblici ma anche privati per evitare di incorrere nei rilievi della Corte Costituzionale che nel 2012 bocciò analogo provvedimento a firma Giulio Tremonti. Sarebbero nel mirino quindi gli emolumenti anche dei vertici delle autorità indipendenti, dall'antitrust agli appalti. In questo caso si arriverebbe a un gettito di 5-600 milioni. E si studiano ancora tagli (in questo caso 'lineari') ai fondi impiegati dalle amministrazioni (e dalle partecipate) per l'acquisto di beni e servizi.