Olga, partita a 25 anni: «La mia vocazione è qui, ho amato con gioia il popolo africano»

Martedì 9 Settembre 2014
La notizia della tragica scomparsa di suor Olga Raschietti, di 83 anni, è iniziata a circolare nella frazione di S. Urbano già nella serata di domenica, e ieri è stata annunciata in chiesa durante la messa dal parroco don Valentino Ghiotto, suscitando grande cordoglio e commozione nella comunità dove la religiosa era conosciuta e benvoluta.
Olga ha vissuto con la numerosa famiglia nella frazione collinare di Montecchio Maggiore. Erano in 12 fratelli, adesso sono rimasti in cinque: Lorenzo, l'unico ancora a risiedere a S. Urbano, Arduino, Ottavio, che ha un figlio saveriano in missione in Brasile. E le sorelle Natalina ed Albertina nella cui casa di Tavernelle Olga era solita soggiornare durante i suoi rientri a casa. Ma a 25 anni, come ha scritto in una delle sue tante lettere alla parrocchia, «dopo un periodo di riflessione, lasciai il paese per entrare a far parte della Congregazione delle Missionarie di Maria, Saveriane, a Parma». Nel '60 ha preso i voti, nel 1966 la professione solenne. Due anni più tardi è partita per la sua prima missione.
«Prega per i moretti, le diceva la madre tenendola tra le ginocchia da bambina», ricordano in parrocchia a S. Urbano. Lei ha fatto di più, i «moretti» è andata ad aiutarli in Africa. «La mia vocazione è lì», ripeteva spesso ai familiari. Prima destinazione il Congo, dove è rimasta per alcuni decenni occupandosi della pastorale parrocchiale, dei catecumeni da preparare al battesimo, della catechesi per la Prima Comunione e la Cresima.
«L'impatto con questo Paese - scrisse - fu per me emozionante. Provai una grandissima gioia nell'incontro con tantissimi bambini, radiosi, con donne dal portamento signorile, con uomini rispettosi. Mi dissi: sono arrivata nel più bel paese del mondo. Chi parte per l'Africa deve avere un buon spirito di sacrificio. Ci rimani se hai dentro di te quel valore che dà senso alla tua vita, cioè Cristo, che ami e desideri far conoscere e amare. Se hai bontà, generosità, fede molto profonda, per amare il popolo africano».
Il sindaco di Montecchio Maggiore, Milena Cecchetto, ha espresso il cordoglio pubblico. «A nome dell'intera città esprimo la vicinanza ai famigliari di Suor Olga e delle sue consorelle barbaramente uccise in Burundi. Il dolore per questa drammatica vicenda è vissuto da tutta Montecchio Maggiore, da sempre vicina ai missionari cattolici nel mondo e grata al servizio che Suor Olga ha esercitato con amore, fede e dedizione in Africa. Il lutto cittadino, nela giornata di mercoledì 10 settembre, sarà la testimonianza concreta di tale vicinanza».

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