Nomine Ue, consenso su Mogherini "lady Pesc"

Mercoledì 27 Agosto 2014
BRUXELLES - Anche se le insidie del gioco diplomatico europeo non sono mai disinnescate sino all'ultimo, crescono le quotazioni di Federica Mogherini come nuova 'Lady Pesc', tanto che l'autorevole Financial Times ha annunciato che i leader dell'Unione Europea che si riuniranno sabato a Bruxelles «sono pronti a scegliere» la ministra degli Esteri italiana come Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, «nonostante i timori in alcune capitali che non abbia abbastanza esperienza e che non sia dura abbastanza con la Russia».
Il governo è convinto di farcela, a far passare la nomina, tanto che la ministra Marianna Madia ha parlato apertamente di «grande ottimismo».
A Bruxelles fonti europee concordanti hanno evidenziato un orizzonte che pare sgombro da nubi: da una parte l'assenza di ostacoli politici maggiori e dall'altra quella di contendenti importanti al posto della Ashton. Le altre candidature presentate (la bulgara Georgieva e il polacco Sikorski) si profilano essere più "tattiche" che reali. Con pro e contro: perché se l'Italia verrà accontentata nel complesso gioco degli equilibri europei, Renzi dovrà cedere su altri fronti, dall'economia a dossier più specifici come il "made in".
Dopo il fallimento del vertice Ue di giugno, i Ventotto avrebbero raggiunto il consenso sul nuovo presidente del Consiglio europeo e sull'Alto rappresentante. Nessuna decisione ufficiale invece sul futuro presidente dell'Eurogruppo né sulla formazione della Commissione (l'esecutivo Ue) perché non rientrano tra le competenze del Consiglio che in questi casi non propone ma approva. È evidente, però, che l'intero pacchetto nomine sarà sul tavolo in quanto è solo nell'insieme del puzzle delle poltrone di Bruxelles. Il presidente del Consiglio Ue Van Rompuy tra oggi e giovedì farà un giro di consultazioni telefoniche tra i leader per arrivare venerdì a un quadro riassuntivo dei nodi e con un paio di nomi. Più che sulla Mogherini, l'incertezza regna proprio sul nome del successore di Van Rompuy.
Le variabili sono la famiglia politica, l'origine geografica (i Baltici e l'Est puntano i piedi) e il sesso. In più non si deve scontentare Londra che ha già subito lo 'schiaffo' della nomina di Juncker a presidente della Commissione.
A Roma la nomina europea della Mogherini aprirebbe la partita del successore alla Farnesina. Il favorito al momento sembra il viceministro Lapo Pistelli perché, con le molte crisi internazionali aperte, sembra prioritario garantire continuità al ministero degli Esteri che altrimenti cambierebbe titolare per la terza volta in un anno.
Non è escluso che Renzi dia vita a un rimpasto di governo più corposo. Il Pd vorrebbe ridimensionare Ncd alla luce del risultato delle europee, ma l'ipotesi che Angelino Alfano possa passare alla Farnesina liberando gli Interni viene considerata peregrina nella maggioranza. A meno che Renzi voglia aprire fronti di guerra in un autunno che si annuncia già caldo. C'è poi il tema delle quote rosa, uno dei pallini del presidente del Consiglio: senza la Mogherini la presenza femminile si abbasserebbe. E anche se Roberta Pinotti (oggi alla Difesa) passasse alla Farnesina, non risolverebbe la questione delle quote rosa.
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