Niente rimpasto lampo, Renzi non ha troppa fretta

Lunedì 1 Settembre 2014
Niente rimpasto lampo, Renzi non ha troppa fretta
Rimpasto? Macché. Appena Matteo Renzi sente questa parola risponde con una smorfia di fastidio anti-politichese. Giusto una sostituzione, ecco che cosa avverrà - ma non adesso, tra due mesi e «c'è tutto il tempo per pensarci», parola di Matteo - dopo il trasloco di Federica Mogherini dalla Farnesina al ruolo di Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea.
Renzi minimizza la questione della scelta del nuovo ministro degli Esteri italiano, e la promozione di Lapo Pistelli dall'incarico di vice a quello di titolare del dicastero sembra al momento l'ipotesi più semplice e più probabile. Questa promozione dell'esponente fiorentino del Pd, amico storico di Renzi ma non appartenente al cosiddetto Giglio Magico, suo mentore a suo tempo ma anche rivale nelle primarie del 2009 per la scelta del sindaco di Firenze e vinse Matteo, sarebbe una sorta di chiusura del ciclo dei rapporti tra i due. Renzi fu portaborse e assistente parlamentare di Pistelli, poi questioni politiche e personali li hanno divisi ma quando Matteo è diventato premier e Lapo era già viceministro alla Farnesina lì è stato lasciato e dunque la ricucitura è cominciata già da un po'. Suggellata di recente dalla scena dell'arrivo della piccola Meriam a Ciampino e Renzi ha lasciato che Pistelli - prendendo tra le braccia la bimba sotto la scaletta dell'aereo e davanti a centinaia di telecamere - fosse il protagonista dell'evento.
Poi, magari, un vero rimpasto Renzi lo dovrà fare. Ma questo dipenderà dalla performance del suo governo e dall'eventualità che la crisi diventi così spaventosa da richiedere non più un governo iper-personalizzato nella figura di Matteo ma una squadra attrezzata anche con nuovi innesti. Per ora, ad Alfano niente Farnesina (sarebbe una diminutio insopportabile per Ncd), la Serracchiani non è in partita e si auto-esclude, la carta Andrea Guerra, top-manger di Luxottica in uscita, sembra accattivante ma impraticabile (anche per questioni di soldi: un ministro guadagna 50 volte di meno di un manager del suo livello) e nemmeno Roberta Pinotti o Marina Sereni paiono in pole position per il dopo-Mogherini.
Il problema è che Pistelli ministro squilibrerebbe le quote rosa a cui Renzi tiene assai, nella composizione dell'esecutivo. E allora - perchè no? - un'ipotesi non assurda parrebbe essere quella di scegliere per la guida della Farnesina un'alta funzionaria (ma il precedente montiano di Giulio Terzi di Sant'Agata sconsiglierebbe) che già ci lavora: Elisabetta Belloni, attuale direttrice del personale del ministero.
Ma, appunto, il Renzi che ha abbandonato il mito della velocità non vuole decidere subito. Passo passo, anche per la Farnesina e senza allargare il discorso. Anche un mini-rimpasto o un rimpasto-lampo per lui sarebbe troppo, e potrebbe dare l'impressione che il governo sia instabile o che debba darsi una raddrizzatina. Ma due mesi, visto che la Mogherini a novembre prenderà servizio alla Ue, in politica sono un'eternità. E, in questo caso, sono anche un rischio per Lapo.
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