Marcato: la sua è solo ambizione personale E Flavio ora vale il 2%

Sabato 7 Marzo 2015
La senatrice leghista Patrizia Bisinella, fidanzata di Flavio Tosi e sostenitrice della sua fondazione, crede ancora nella mediazione che eviterebbe la frattura: «Le liste potrebbero farle Flavio e Zaia. O, magari, si valuta una terza lista (la lista Tosi n.d.r.) che può attirare chi non vota a sinistra ma neanche la Lega». Ma prima, Salvini «deve ritirare il commissariamento della Liga veneta e rispettare il ruolo del suo segretario». Però Bisinella insiste sulla mediazione. «Se ci fosse la volontà di venirsi incontro ed il Veneto potesse scegliere liste e alleanze, magari anche in presenza di Salvini, una via di uscita si potrebbe trovare». Mentre l'ultimatum del Federale sulla Fondazione e sui Fari tosiani «è una prevaricazione, nessuno aveva mai posto il problema della doppia appartenenza, sembra una pensata con intenti punitivi». In caso di strappo, fa capire Bisinella, almeno tre-quattro parlamentari leghisti potrebbero decidere di lasciare il partito (da tener presente che per le Politiche 2013 le liste le ha fatte Tosi in solitaria e ha scelto lui i dieci parlamentari eletti).
Dal fronte Zaia, non si dà molto credito ad accordi basati su spartizioni delle liste: «Mi sembra improbabile ed è significativo che la proposta arrivi adesso dai tosiani» replica il "falco" Roberto Marcato, presidente del Consiglio comunale di Padova. Che alza il tiro sul segretario della Liga: «Tosi sta facendo qualcosa di irrazionale, ma si è sempre voluto candidare al posto di Zaia per ambizione personale. Sta facendo tutto questo caos solo per questo motivo. Così mette a repentaglio il partito e il Veneto». La richiesta di ritirare il commissario per le elezioni, Dozzo, e la lesione dell'autonomia della Liga? Per Marcato sono armi spuntate: «Primo, la Liga non è stata commissariata. È stato nominato solo un garante per le elezioni, una figura che non è una novità in Lega, c'è stata in molte Provinciali, anche a Treviso nel 2013. Secondo: nessuno ha mai detto che le liste fa Milano, è disinformazione. Terzo: Tosi un bel danno lo ha già provocato, ha infranto una regola, portando continuamente sui giornali i nostri fatti interni». Poi c'è la questione della fondazione-partito politico. Per il leghista padovano, «se Tosi non la chiude è giusto cacciarlo, lui ha espulso in una mattina 34 militanti perchè gli avevano detto, ma senza prove, che lo avevano fischiato a Pontida mentre parlava. Dovremo stare attenti - aggiunge - a possibili giochetti sulla Fondazione, tipo quelli di cui sento parlare, prese di distanza puramente formali, perchè qui la questione è di sostanza: i Fari portano avanti un progetto politico alternativo a quello del Carroccio». Marcato non teme lo strappo: «Tosi ormai di leghista ha molto poco. Non è più quello di qualche tempo fa: da solo al massimo vale il 2%. Insieme a Passera il 2,3%».

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