«Mai pagato Galan» Bufera sul memoriale

Mercoledì 30 Luglio 2014
Due smentite e otto silenzi. «Mai dato soldi a Galan» - dice Mario Moretti Polegato, il signor Geox. «Neanche un centesimo» - gli fa eco Giacomo "Carlo" Archiutti che, secondo Galan, gli avrebbe consegnato la bellezza di 200 mila euro. Sono gli unici due che parlano e sbugiardano Galan. Nessun altro, finora. In particolare tacciono Piero Zannoni - ex consigliere di Veneto Sviluppo, la finanziaria regionale ai tempi di Galan - e Andrea Mevorach - l'imprenditore veneziano con interessi soprattutto immobiliari.
Ovvio che non vogliano parlare e altrettanto ovvio che la difesa di Galan abbia in tasca testimonianze tali da confermare la ricostruzione di Galan. Il fatto che le smentite possano arrivare da imprenditori che hanno dato i soldi direttamente a Galan poco importano alla difesa mentre interessa e molto la parte relativa a Mevorach e Zannoni i quali hanno consegnato i soldi per Galan alla Minutillo, ma a Galan non sono mai arrivati. Se gli avvocati Franchini e Ghedini riescono a dimostrare che Galan su questo ha ragione, allora la posizione della Minutillo comincerebbe a diventare ballerina. Ma perchè, usufruendo delle pregorative della difesa, i due - Mevorach e Zannoni - non sono stati sentiti dagli avvocati? Perchè devono essere iscritti nel registro degli indagati, spiega l'avv. Franchini e dunque non sono più testi, ma imputati. In compenso Franchini e Ghedini si sono cautelati raccogliendo "testimonianze dirette" sugli episodi raccontati da Galan, che confermerebbero la versione dell'ex Governatore. Si vedrà venerdì, al Tribunale del riesame, quali altre testimonianze salteranno fuori.
Galan fa un paio di nomi nel memoriale e dice che «tutte queste circostanze le potranno confermare sia la sig. Giorgia Pozza, che ha sostituito al Minutillo come segretaria, sia la sig. Laura Lazzarin (che ricoprì lo stesso incarico)». Sono loro i "testimoni diretti" o è qualcun altro? In ogni caso è curioso che Galan non abbia fatto i nomi di Giuseppe Stefanel e di Enrico Marchi, entrambi indicati da Claudia Minutillo come finanziatori del Governatore. «Il nostro cliente ha escluso nel modo più assoluto di aver preso quattrini da entrambi».
Dunque, bisogna fermarsi ai 10 nomi rivelati dal Gazzettino ieri. Anzi, bisogna restare a 8 e cioè a Rinaldo Mezzalira che avrebbe versato almeno 50 mila euro nelle mani della Minutillo - regolarmente girati a Galan - e a Giovanni Zillo Monte Xillo (50 mila euro), Mario Putin (tra i 10 mila e i 20 mila), Ermanno Angonese (tra i 5 mila e i 10 mila), Gianni Roncato (17 mila), Angelo Gentile (tra i 5 mila e i 10 mila). A questi 6 bisogna aggiungere i due più importanti e cioè Piero Zannoni (200 mila euro) e Andrea Mevorach (300 mila euro). Per quanto riguarda quest'ultimo, Galan è molto preciso e racconta che «incontrai Mevorach a Rovigno, in Croazia - i due sono sempre stati molto amici e hanno condiviso la passione per il mare e le barche - ed in quell'occasione mi mostrò i numeri di serie dei denari consegnati alla Minutillo». Un episodio che si fa fatica ad inventare, visti i dettagli decisamente curiosi. Ed è su questi elementi che la difesa inizierà a smantellare le rivelazioni della Minutillo.
Del resto si era capito da un bel po' che Giancarlo Galan si sarebbe difeso in questo modo e cioè scaricando tutto sull'ex segretaria licenziata nel 2005. Peccato che poi abbia continuato ad intrattenere rapporti stretti, al punto da chiedere a Baita di trovarle un lavoro che potesse farle incassare non meno di 250 mila euro all'anno in nero. «A me non pare proprio» di averlo chiesto a Baita - si difende Galan - Anzi ricordo che fu Baita a proporsi». Ma se non fu Galan a chiedere a Baita di assumere una donna che Baita considerava poco più di una segretaria pur con lo stipendio da grande manager, chi è stato, allora? Probabile che Renato Chisso possa rispondere a questa domanda visto che l'ex assessore regionale alle Infrastrutture si era battuto proprio per far rientrare dalla porta principale la segretaria che Galan aveva defenestrato. «Io non mi opposi poichè avevo timore che la stessa potesse raccontare quanto detto sopra ovvero che per la campagna elettorale del 2005 avevo ricevuto dei finanziamenti non dichiarato» - spiega Galan che poi entrò in società con la Minutillo.
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