L'apparente ritiro studiando il ritorno

Lunedì 30 Marzo 2015
PARIGI - Lo avevamo lasciato la sera del 6 maggio 2012, sconfitto da François Hollande nella corsa all'Eliseo: «Non sentirete mai più parlare di me». Nicolas Sarkozy che tace e non fa più politica? Fantascienza. E infatti, puntuale, due anni e dieci mesi dopo eccolo qui, appena rieletto presidente dell'Ump, fresco di vittoria alle provinciali, pronto alle prossime tappe: congresso a maggio per cambiare nome nel partito, regionali a dicembre per confermare la forma, primarie l'anno prossimo per lo sprint e infine il traguardo, le presidenziali nel 2017, la rivincita, la riconquista.
In questi due anni di apparente ritiro ha preparato il suo ritorno. Nel suo ufficio da ex presidente della Repubblica, Sarkozy ha continuato a pesare sulla vita del partito, a ricevere personalità, a gestire l'opposizione. Ne ha approfittato per ridare smalto alla sua popolarità. Innanzitutto ha accompagnato la moglie Carla in tournée. Senza mai aprire bocca, almeno in pubblico, ha ben gradito gli applausi rivolti a lui, ogni volta che prendeva posto in prima fila. Ha continuato a fare sport: jogging sempre, qualche volta tennis. Ama raccontare che qualche mese fa ha anche battuto su uno dei campi del Roland Garros l'ex campionessa romena Virginia Ruzici. «E' finita 6 a 2 per me» ha raccontato a Nathalie Schuck e Frédéric Gershel, autori del libro appena uscito sul suo esilio post Eliseo. Secondo i due giornalisti, Sarkozy è sicuro che nel 2017 si troverà di nuovo davanti Hollande, del quale ama criticare la scarsa attenzione alla linea, alle cravatte e alla stiratura dei vestiti.
Sarkozy è pronto a dare battaglia, volontà che non gli ha mai fatto difetto. A 13 anni, nel 1968, nonostante il divieto dei genitori, va sugli Champs Elysées alla marcia organizzata dal generale De Gaulle contro «l'anarchia del maggio». In politica è molto più bravo che a scuola: maturità stiracchiata, laurea triennale in giurisprudenza, concorso di avvocato passato per un soffio, abbandona Scienze Politiche dopo la bocciatura in inglese. A 19 anni prende la tessera del partito gollista, a 28 sindaco di Neuilly-sur-Seine, 33 deputato, a 38 ministro. Non perde la baldanza nemmeno quando perde: nel '95 quando si schiera per Balladur presidente e invece passerà Chirac, nel '99 quando viene sconfitto alle Europee. Rinasce sempre: nel 2002 riguadagna la simpatia di Chirac ed è ministro, conquista la presidenza dell'Ump e diventa l'uomo politico più presente sui media nella storia di Francia. Il partito lo designa candidato alle presidenziali del 2007 con un bulgaro 98,1 per cento e il 6 maggio batte facilmente la socialista Ségolène Royal, inaugurando il quinquennato dell'«iper-presidenza».
Il fronte sentimentale non è meno movimentato. A 27 anni sposa Marie-Dominque Culioli da cui ha due figli, Pierre, dj e produttore di rap, e Jean, figlio d'arte. Da sindaco celebra il matrimonio dell'animatore tv Jacques Martin con Cécilia Ciganer-Albéniz e se ne innamora all'istante. La sposerà nel '96 e nascerà Louis nel '97. Lei lo lascia appena arrivati all'Eliseo ed è divorzio: una prima nella storia della République. Meno di due mesi dopo, a una cena dal pubblicitario Jacques Séguéla, incontra Carla Bruni. Colpo di fulmine, matrimonio tre mesi dopo in una sala dell'Eliseo. Il 19 ottobre 2011 è nata Giulia.
F.P.

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