Il fronte anti-Nazareno siamo sempre stati noi

Sabato 24 Gennaio 2015
Il fronte anti-Nazareno siamo sempre stati noi
Nel Pd la fronda anti-patto esce allo scoperto, in asse con Nichi Vendola, che nel suo convegno milanese insegue il sogno di una Syriza (il partito di sinistra di Tsipras, in Grecia) italiana, e lancia anche un'esca al M5S per un candidato - dice Pippo Civati - «N N, non-Nazareno».
«Tutti coloro che sono contro il patto Renzi-Berlusconi - sostiene il pasdaran dell'opposizione dem - dovrebbero fare una proposta per un capo dello Stato che non sia espressione del Nazareno».
Immediato il riscontro da parte del leader di Sel che auspica «un fronte anti-Nazareno di cui faccia parte non solo la sinistra di alternativa, ma tutte le forze che amano la Costituzione e considerano il patto del Nazareno una forma di inquinamento della politica». Fronte del quale, secondo Vendola, dovrebbe far parte anche il M5S, che «deve decidere se essere ininfluente o avere un ruolo importante per rompere i giochi di palazzo».
Assai tiepida e piuttosto tendente al no la risposta dei pentastellati: «Il fronte anti-Nazareno siamo noi da più di un anno. Ben venga ora Sel, sappiamo però che anche loro appartengono a quella cultura dei giochi di palazzo», dice Roberto Fico reduce da un incontro con Grillo, insistendo sulla linea sfornata a sorpresa dai guru del Movimento: «Il nostro schema è chiaro: aspettiamo una rosa di quattro nomi dal presidente del Consiglio e dal Pd». Secchissima, da parte loro, la reazione dei democrat: «Non ci sarà nessuna saldatura, assolutamente no», dice risoluto il numero due del Pd Lorenzo Guerini a chi gli chiede se la minoranza dem possa saldarsi con Sel e grillini in funzione anti-Nazareno. «Lavoriamo - aggiunge il vicesegretario dem - per costruire dentro il partito e soprattutto nei gruppi parlamentari un'unità sia di metodo che di esito. Questo è un passaggio in cui il Pd può presentarsi unito all'appuntamento. E confido che saremo in grado di farlo».
A tirare dritto, in ogni caso, sarà Renzi, sulla base di una road map che lo vedrà tessere una rete di contatti e di ascolti fino all'immediata vigilia dell'apertura, giovedì prossimo, delle urne per l'elezione del successore di Giorgio Napolitano. Il primo incontro sarà con i deputati del Pd lunedì alle 9, seguiranno i senatori alle 12. Lo stesso Renzi guiderà poi, da martedì, la delegazione democrat che vedrà gli altri partiti.
Sarà un giro d'orizzonte, quello con le altre forze politiche, in cui probabilmente non si indicheranno candidature precise per il Colle: «Ci soffermeremo - dice Lorenzo Guerini - sul metodo e sulla modalità di elezione per arrivare a un'ampia convergenza su un nome condiviso che rappresenti tutti gli italiani». Un riserbo, quello del premier che, comunque, non potrà andare oltre giovedì mattina, quando Renzi riunirà l'assemblea dei grandi elettori del Pd nella quale uscirà il nome del candidato.
Il leader del Nazareno incontrerà anche i rappresentanti del partito di Grillo? «Abbiamo deciso - riferisce Guerini - di avere un confronto con tutti, compreso il M5S. Se vogliono essere della partita, per noi va bene».
Intanto, ieri sera, Renzi si è visto a palazzo Chigi con Angelino Alfano, ottenendo dal leader Ncd un'apertura a quella che sarà la proposta che si accinge a fare per il Colle: «Abbiamo grande rispetto - ha affermato Alfano - per i grandi elettori del Pd, il partito più forte in termini di numeri. Sarebbe arrogante e velleitario dire ”no il candidato non deve essere del Pd“, ma allo stesso tempo siamo certi che i Dem saranno così lungimiranti da indicare personalità condivise».
Dagli uffici di Renzi, trapela infatti la fiducia che il nome che sarà fatto dal premier sarà tale che la minoranza del partito «non potrà dire di no».
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