Il boia sfida Obama: sono tornato

Mercoledì 3 Settembre 2014
Il boia sfida Obama: sono tornato
WASHINGTON - Un altro video shock. Un altro giornalista americano decapitato dallo Stato Islamico, probabilmente dallo stesso boia responsabile dell'uccisione di James Foley. I jihadisti dell'Isis hanno diffuso ieri sera le immagini raccapriccianti della decapitazione di Steve Sotloff, il reporter rapito in Siria un anno fa.
Sotloff, 31 anni, è il giornalista comparso nel video dell'Isis sulla decapitazione di Foley, ammazzato due settimane fa in Siria. Nel filmato i jihadisti avevano minacciato il presidente Usa: «La vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni». E non hanno avuto pietà. Nel macabro rituale del video - della durata di 2 minuti e 46 secondi, dal titolo «Secondo messaggio all'America» - Sotloff appare in ginocchio e indossa una tuta arancione, sullo sfondo il deserto siriano e il rumore del vento, molto forte. Voci non confermate trapelate dagli ambienti dell'intelligence indicano che sarebbe stato ucciso nello stesso giorno di Foley. Il boia, con una tuta nera e il volto coperto da un cappuccio, ha un coltello in mano, simile a quello usato per l'altro giornalista Usa, e sotto il braccio una pistola. Si rivolge direttamente alla telecamera e, con lo stesso accento inglese dell'assassino di Foley, dice: «Obama, sono tornato per la tua arrogante politica estera contro l'Isis.». E ancora: «Come i tuoi missili continuano a colpire il nostro popolo, i nostri coltelli continuano ad abbattersi sul collo della tua gente». E ancora: «Vattene dall'Iraq». Poi è lo stesso Sotloff a parlare: «Sono certo che tu sappia chi io sia e perché compaio in questo video. Obama, la tua politica estera di intervento in Iraq era mirata a proteggere gli interessi e le vite degli americani. E allora perché sono io che pago il prezzo della tua interferenza con la mia vita?», chiede Sotloff con voce calma. Quindi il boia copre la bocca del reporter con una mano e con l'altra lo uccide. Nello stesso video i jihadisti minacciano di uccidere l'ostaggio britannico nelle loro mani, David Cawthorne Haines. Il prigioniero viene mostrato nel filmato, in ginocchio, con la stessa tuta arancione di Sotloff e Foley. Riferendosi probabilmente alla Gran Bretagna, il boia avverte: «Ai governi alleati che entrano in questa alleanza malvagia con gli Usa dico, andatevene e lasciate in pace il nostro popolo».
La Casa Bianca ha subito detto che valuterà l'autenticità del filmato, aggiungendo però che «le nostre preghiere e i nostri pensieri sono con la famiglia. Gli Usa hanno dedicato tempo e risorse al salvataggio di Sotloff», ha detto il portavoce Josh Earnest. Il Dipartimento di Stato Usa lo ha definito «un atto terrificante». Stessa reazione del premier britannico, David Cameron: «È disgustoso e spregevole». Proprio una settimana fa, Shirley Sotloff, madre del reporter americano, aveva lanciato un appello ai suoi rapitori per chiederne la liberazione, rivolgendosi direttamente al leader dello Stato islamico.

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