«Ho pagato Galan per ottenere appalti»

Sabato 2 Agosto 2014
«Ho pagato Galan per ottenere appalti»
Un altro imprenditore ha confessato di aver versato somme di denaro all'allora Governatore del Veneto, Giancarlo Galan, per poter ottenere l'assegnazione di lavori dalla Regione. Si tratta dell'ex presidente dell'impresa di costruzioni veneziana Sacaim, oggi in amministrazione controllata, Pierluigi Alessandri. I sostituti procuratori Stefano Ancilotto e Paola Tonini hanno depositato il verbale contenente le sue dichiarazioni ieri pomeriggio, nel corso della lunga e combattuta udienza svoltasi di fronte al Tribunale del riesame di Venezia, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di remissione in libertà presentata dagli avvocati Antonio Franchini e Niccolò Ghedini, difensori di Galan, detenuto nel reparto ospedaliero del carcere milanese di Opera sulla base dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alberto Scaramuzza.
«DEVI PAGARE» - Alessandri ha raccontato ai magistrati che, attorno alla metà degli anni Duemila, la sua azienda era in difficoltà e non erano sufficienti i lavori che si era aggiudicato per conto dell'amministrazione comunale di Venezia. Per questo motivo si sarebbe recato dal Governatore del Veneto per chiedere di poter ottenere anche lavori per conto della Regione: stando al suo racconto, Galan gli avrebbe risposto che, per entrare a far parte della cerchia delle aziende amiche, avrebbe dovuto pagare.
SOLDI IN MANO - Alessandri sostiene di aver quindi versato 115 mila euro, direttamente nelle mani dell'allora presidente della Regione, e di essersi poi fatto carico di una parte dei lavori di ristrutturazione nella villa di Cinto Euganeo, di proprietà di Galan, per un ulteriore importo di circa 100mila euro. Per questa vicenda l'ex presidente di Sacaim è indagato per il reato di corruzione.
Secondo la Procura, queste asserite "mazzette", provenienti da un ambiente estraneo al Cvn (di cui Galan non ha mai fatto alcuna menzione) costituirebbero un riscontro agli elementi di prova per i quali l'ex presidente della Regione è in carcere con l'accusa di corruzione, in relazione a consistenti somme che gli ex presidenti della Mantovani, Piergiorgio Baita, e del Cvn, Giovanni Mazzacurati, sostengono di avergli versato prima per tramite della sua ex segretaria, Claudia Minutillo, e poi dell'assessore Renato Chisso.
VILLA "IN NERO" - Nel corso dell'udienza di ieri la Procura ha anche depositato il verbale con le dichiarazioni del precedente proprietario di villa Rodella, il quale ha spiegato che la cifra ufficiale indicata nell'atto notarile (circa un milione di euro) costituisce meno di metà dell'effettivo prezzo della compravendita e che Galan gli avrebbe versato "in nero" un altro milione e 100mila euro. Circostanza che confermerebbe i conteggi effettuati dalla Finanza in relazione all'esistenza di una sproporzione tra le entrate regolari del politico di Forza Italia e le spese sostenute: sproporzione che la Procura indica tra gli indizi della contestata corruzione.
MEVORACH NEGA - Per finire i pm Tonini e Ancilotto hanno depositato al Tribunale il verbale di sommarie informazioni dell'imprenditore Andrea Mevorach, indicato nel memoriale di Galan come un finanziatore della sua campagna elettorale del 2005 con 300mila euro. Soldi che, secondo l'ex presidente della Regione, sarebbero stati trattenuti dalla Minutillo, assieme ai 200mila che, a suo dire, avrebbe versato un alro imprenditore, Piero Zannoni. Ebbene, Mevorach ha riferito alla Finanza di aver ricevuto richieste di finanziamento da Galan, ma ha smentito di avergli mai versato un solo euro.
REGALI DA MAZZACURATI - Per finire, a dimostrazione dell'esistenza di stretti rapporti tra Galan e Mazzacurati, ecco le dichiarazioni rese da una segretaria del Cvn, la quale ha ricordato che l'allora presidente del Consorzio regalò al Governatore del Veneto, in occasione del suo matrimonio, cristalleria per 12mila euro, ovviamente a spese del Cvn.
La difesa, da un lato ha eccepito l'irrilevanza dei nuovi elementi forniti dalla Procura; dall'altro ha contestato, punto su punto, la fondatezza delle imputazioni mosse a Galan, definite vaghe e indeterminate, basate su racconti privi di riscontri. Numerose le eccezioni preliminari: sia di competenza territoriale (i reati, alcuni dei quali già prescritti, sarebbero stati commessi a Padova e in altre località, non a Venezia) sia di competenza funzionale poiché gli ultimi versamenti sarebbero avvenuti in relazione al ruolo di ministro, e dunque dovrebbero essere valutati dal Tribunale dei ministri. Insussistente, in ogni caso, il rischio di reiterazione, e dunque le esigenze cautelari.
La decisione del Riesame sarà depositata nella giornata di oggi.
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