Habitat, in un documentario Torcello e i suoi 10 abitanti

Giovedì 2 Ottobre 2014
Che ci fanno 10 abitanti-superstiti a Torcello, isola-culla di Venezia, famosa in tutto il mondo per la sua basilica più che millenaria e per una location lagunare di silenzio e poetico fascino? Hanno deciso di resistere e vivere in questa oasi straordinaria, lontano da ogni fastidio e rumore contemporaneo. Una decisione che alcuni potrebbero trovare estrema, anticonformista e perfino un po' pazza, eppure per quelle 10 persone è una scelta assoluta di vita. Che meriterebbe di essere raccontata. E infatti qualcuno ci sta pensando.
Tre giovani veneziani (Andrea Baesso, Christian Palazzo e Gianmaria Spavento) hanno infatti deciso di girare un documentario sulla vita quotidiana di queste persone. Hanno fondato, giusto un mese fa, l'1 settembre, una società (la Flamingo Artmedia) e hanno lanciato un progetto (Habitat #Torcello) attraverso il quale raccontare questa isola "tra reperti archeologici, paludi d'acqua salata e numerosi fenicotteri". E ovviamente 10 abitanti.
Questa idea ovviamente non ha bisogno solo di parole. E incoraggiamenti. Ma anche di soldi e questo è chiaramente l'argomento più spinoso, perché le prime le hanno già, i secondi arrivano senza alcuno sforzo, mentre gli ultimi restano spesso un miraggio.
«Pensiamo a un documentario intenso nella sua modernità di intreccio con elementi di sceneggiatura. Abbiamo già avuto contatti con le persone che ovviamente sono molto eterogenee, a cominciare da Paolo Andrich, oggi unico imprenditore agricolo del luogo ex urbanista e nipote del noto artista Lucio Andrich con la sua casa-museo; abbiamo esplorato l'isola per vedere dove cogliere gli angoli più suggestivi e certamente non turistici, almeno non troppo, perché vogliamo dare un respiro di un tempo metafisico che spieghi l'essenza di questo habitat».
Però un conto è l'idea e un conto è poterla realizzare. E i tre ragazzi non se lo nascondono: «Torcello è sicuramente un nome che si spende benissimo. Ma diremo meglio all'estero o comunque lontano da qui. Il coinvolgimento della città sembra l'aspetto più difficile. Invece dall'estero abbiamo notato interessamento e curiosità, Francia e Canada in testa».
Quindi è scattata la molla del crowdfounding, oltre che degli sponsor: «Il progetto è approssimativamente impostato su un costo di 20.000 euro, in gran parte per la post-produzione. 4.000 ce ne servono per partire. Per ora nulla da banche, comune, che d'altronde ha i suoi problemi, e sponsor. La raccolta attraverso le donazioni del crowdfounding finora ha portato 1.068 euro, ma ne dobbiamo trovare altri 3.000 entro il 24 ottobre, giorno di scadenza. E quindi è una lotta contro il tempo».
Per raccontare questa Torcello storica, artistica, naturalistica e antropologica il gruppo di sceneggiatori, fotografi e registi conta di iniziare le riprese a novembre e terminare il tutto in un anno (perché l'intento è di cogliere anche il passaggio delle stagioni) e di avere pronto un documentario di circa un'ora all'inizio del 2016. Insomma l'appello agli aiuti finanziari è partito. Sarebbe un peccato lasciare soli Torcello e i suoi 10 abitanti, esclusi i fenicotteri, senza raccontarne le storie.
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