Fuoco incrociato su Renzi Il premier: non mi fermo E convoca a rapporto il Pd

Giovedì 26 Febbraio 2015
Fuoco incrociato su Renzi Il premier: non mi fermo E convoca a rapporto il Pd
ROMA - Dopo le critiche di Laura Boldrini contro le scelte su jobs act e Rai, Matteo Renzi finisce sotto il fuoco incrociato di accuse interne ed esterne. Ma il premier non ha alcuna intenzione di farsi frenare: «Mentre altri si dividono e altri fanno ostruzionismo, noi dobbiamo far tornare a crescere l'Italia», è il mantra di Renzi che convoca per domani i parlamentari dem per discutere, un'ora per argomento, su Rai, scuola e fisco. Una metodo di confronto che accende ancora di più lo scontro nel Pd mentre le opposizioni rincarano sulla riforma di viale Mazzini, sentendo puzza di patto di Nazareno dietro l'Opa di Ei Towers su Rai way, che comunque il governo esclude.
La via per la riforma del servizio pubblico è segnata. Decreto o disegno di legge che sia, Renzi intende arrivare entro l'estate ad una nuova governance di viale Mazzini. «Ci sono le condizioni per un intervento necessario», ribadisce il vicesegretario Debora Serracchiani, rintuzzando ancora una volta la presidente della Camera alla quale «non spetta dire se ci siano i requisiti di urgenza» per un decreto. Ma la Rai, come i pareri non vincolanti sul jobs act ignorati dall'esecutivo, danno la stura alle opposizioni che accusano l'esecutivo di chiedere, accusa Sel, un voto di fiducia «ogni 11 giorni». Con l'effetto che il capogruppo Fi Renato Brunetta arriva a difendere Boldrini che «non è una passacarte né un barboncino al servizio del governo».
E Stefano Fassina difende la terza carica dello Stato «dal grave attacco del Pd». Il premier chiama, invece, all'unità del Pd bacchettando il «fiorire» di correnti anche tra i renziani. Ma in vista della riforma delle banche, della scuola e del dossier Rai, il governo trova il muro contro muro in Parlamento. Sia da parte delle opposizioni sia della minoranza Pd. Basta l'annuncio di Mediaset per acquistare le torri della Rai per scatenare retropensieri e accuse. «Questa è la democrazia: incontrasi in una stanza da soli e parlare di affari ai danni del Paese», attacca il presidente della Vigilanza Roberto Fico alludendo al contenuti del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi. Puzza di conflitto di interessi la sente anche Sel e Pier Luigi Bersani punge su twitter: «Dopo Mondadori-Rcs, poi Mediaset-Rayway: ora aspetto che il Milan compri l'Inter».
Da qui la lettera aperta con cui Renzi ha convocato per domani deputati e senatori al Nazareno per un «punto informale della situazione» sulle prossime scadenze. Un confronto a tempo, un'ora per ogni tema, che ha l'effetto di scaldare ancora di più gli animi della minoranza. «Siamo al limite, è ora di fare le cose seriamente, così non va» si inalbera l'ex segretario per il quale, al di là delle correnti, «il tema è come concepiamo la democrazia e il rapporto tra governo e Parlamento». E «cinque minuti per parlare di fisco», aggiunge Bersani, sembra più uno scherzo che una reale volontà di confronto. Motivo per cui i bersaniani ipotizzano pure di dare forfait alla convocazione con il rischio di spaccare ulteriormente il Pd che da oggi registra la nascita della nuova corrente "Spazio democratico", a trazione renziana.

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