Doppia diagnosi la procura interroga i medici

Venerdì 25 Luglio 2014
Doppia diagnosi la procura interroga i medici
Prima il sequestro delle cartelle cliniche; ora l'interrogatorio dei sanitari che si sono occupati negli ultimi quindici giorni del paziente Giancarlo Galan. La Guardia di Finanza, su incarico dei sostituti procuratore che coordinano l'inchiesta sul "sistema Mose", ha iniziato ieri a raccogliere a "sommarie informazioni testimoniali" - quelle che in termini giudiziari vengono chiamate "sit" - le dichiarazioni di medici e infermieri che hanno visitato l'ex Governatore del Veneto (firmando i numerosi certificati finiti agli atti del fascicolo d'inchiesta) e che gli hanno prestato assistenza. Nessuno di loro è indagato: i magistrati stanno semplicemente cercando di ricostruire nei dettagli il "capitolo sanitario" della vicenda, per capire come sia stato possibile passare da una diagnosi inizialmente di una certa gravità, che ha spinto la difesa a chiedere ripetutamente gli arresti domiciliari e il rinvio del voto alla Camera per l'impossibilità assoluta di trasportare Galan (ricoverato in terapia intensiva di Cardiologia, dopo una distorsione alla caviglia sinistra, con frattura del malleolo), ad un'improvvisa sua dimissione dall'ospedale di Este con rientro a casa. Dimissione comunicata al paziente alle 9.30 del 22 luglio, poche ore prima che, davanti al Parlamento, iniziasse la discussione dell'ennesima istanza di rinvio del voto, motivato proprio con il ricovero ospedaliero.
SOSPETTA TROMBOSI - Nella lettera di dimissione risulta che il motivo del ricovero - avvenuto il 12 luglio - è stato un «episodio di dispnea (sospetta TEP in TVP)», ovvero una difficoltà respiratoria con sospetta tromboembolia polmonare in trombosi venosa profonda. Problemi affrontati, dopo una serie di esami diagnositici, con un'adeguata terapia farmacologica, a seguito della quale le condizioni del paziente sono state ritenute tali da non destare più preoccupazioni. I medici ascoltati finora dalle Fiamme Gialle hanno confermato che le condizioni del paziente, al momento dei rispettivi interventi, corrispondeva a quanto annotato nei certificati.
I magistrati stanno cercando di verificare se qualche sanitario abbia ricevuto "raccomandazioni" o pressioni di qualche tipo nell'affrontare il caso del paziente Galan.
DIAGNOSI CONFERMATE - Nel frattempo, l'ex presidente della Regione Veneto è stato visitato nel reparto ospedaliero del carcere milanese di Opera, nel quale è detenuto. Uno dei suoi difensori, l'avvocato Niccolò Ghedini, a conclusione di un colloquio di un'ora con il proprio assistito, ha riferito che nel centro clinico sono state confermate tutte le diagnosi cliniche fatte dai medici negli ospedali di Padova ed Este, dove Galan è stato accolto nelle ultime due settimane: ovvero la frattura del malleolo e i problemi circolatori conseguenti all'ingessatura e al diabete di cui il paziente soffre, con l'indicazione di continuare tutte le terapie che gli sono state prescritte. L'esito dei primi esami effettuati nella struttura sanitaria del carcere è stata accolta con soddisfazione dal secondo difensore di Galan, l'avvocato Antonio Franchini, secondo il quale è la dimostrazione che nessuno si è inventato malattie inesistenti.
Galan si trova da solo in una delle cosiddette 'camere di pernottamento' del carcere: in questo modo può essere sottoposto a un monitoraggio sanitario permanente.
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