Bonus bebè più alto ma solo per i poveri

Sabato 22 Novembre 2014
ROMA - Il bonus bebé previsto dalla legge di stabilità cambia forma. La platea dei destinatari si restringe ma il beneficio si concentra sui redditi più bassi, arrivando a raddoppiare per le famiglie in difficoltà economica. I tagli ai Comuni diventano più flessibili, mentre la social card agli extracomunitari e l'ipotesi del canone Rai in bolletta continuano a scaldare gli animi anche all'interno della maggioranza, con Ncd che - spalleggiata dalla Lega - approfitta del caso per strigliare gli alleati di governo.
In una sessione fiume, la Commissione Bilancio della Camera ha sfoltito di molto la massa di emendamenti alla manovra, approvando modifiche importanti che riguardano alcune delle misure cardine della legge. La prima è proprio quella del bonus mamme, nato come intervento per favorire la natalità anche per i redditi medio-alti e che sarà invece ora destinato soprattutto alle fasce basse, quelle cioè con un reddito Isee sotto i 25.000 euro. Sotto i 7.000 euro Isee l'assegno raddoppierà, arrivando a 160 euro al mese.
Il Parlamento ha inoltre recepito anche l'intesa trovata tra governo e Comuni per rendere più digeribile il taglio da 1,2 miliardi imposto alle amministrazioni locali come contributo alla manovra complessiva. Con un pacchetto di emendamenti misti di governo e deputati, i Comuni potranno effettuare quel taglio non più solo sulla spesa corrente, ma anche con risparmi sugli investimenti. Allo stesso tempo potranno rinegoziare i mutui, distribuire gli ammortamenti del debito su 30 anni, anziché sui 10 attuali e potranno godere, nel caso di aggregazioni, della sospensione per 5 anni del patto di stabilità interno.
L'accantonamento del fondo dei crediti non esigibili (tasse o multe prescritte comunque messe a bilancio) sarà reso più graduale. Per gli ammortizzatori arrivano con emendamento del governo 400 milioni di euro in due anni, mentre passano con un via libera le risorse per l'internazionalizzazione e il sostegno al Made in Italy.
La polemica politica si è concentrata però anche oggi su ipotesi ed equivoci più che su misure reali. In primo luogo contro l'idea di far pagare il canone Rai nella bolletta elettrica. Un metodo che l'Autorità dell'Energia torna a giudicare «improprio» e non privo di difficoltà di applicazione, e contro cui sale sulle barricate Matteo Salvini, pronto a «fare ricorso ovunque, anche in Europa». A definire l'ipotesi una «stortura» è anche Ncd, che critica il governo anche sulla social card agli immigrati, chiedendo il ritiro dell'emendamento in proposito. Il caso nasce però da un equivoco visto che la carta acquisti è stata concessa agli extracomunitari lo scorso anno e che l'attuale norma non fa che sanare una vacanza normativa relativa ai tre mesi gennaio-marzo 2014. Il Tesoro aveva difeso l'intervento, spiegando che la copertura per gli stranieri era già prevista dalle norme vigenti e che la modifica inserita in stabilità serviva solo a sanare un contenzioso con le Poste e ad evitare che potessero essere chieste restituzioni di somme già versate.
Altra gatta da pelare, in realtà attesa, si prospetta invece sull'Iva al 4% sugli ebook. L'Unione europea potrebbe infatti bocciarla, con addirittura il rischio dell'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. «Un libro è un libro, indipendentemente dal suo formato», ha commentato laconicamente il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Presentato, sempre ieri, anche un emendamento per aumentare di 400 milioni (200 l'anno) le risorse per gli ammortizzatori sociali. Il fondi sono stati recuperati aumentando i tagli ai ministeri. Spunta, invece, l'ipotesi di riportare dal 20 per cento all'11,5 per cento, la tassazione sui fondi pensione. Il tema, tuttavia, sarà affrontato nel passaggio al Senato della legge di Stabilità. Stesso discorso vale per le Partite Iva. Il governo starebbe studiando un emendamento per alzare da 15 mila a 20 mila euro i tetto di reddito che permette di pagare un'imposta sostitutiva del 15 per cento.
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