ROMA - Costretto a letto con 38 di febbre, Silvio Berlusconi non rinuncia ad essere aggiornato sulla situazione in Senato. La giornata di caos gli consente di portare a casa un primo risultato: «Il patto con Renzi tiene - è il suo ragionamento - non siamo noi ad aver creato problemi». Le linee telefoniche tra Arcore e Palazzo Madama sono state roventi per tutta la giornata, visto che il Cavaliere ha chiesto di essere costantemente informato dai suoi ambasciatori sul clima tra i banchi azzurri. Ad evitare che Fi potesse essere complice di possibili intoppi sulle prime votazioni ci hanno pensato prima Denis Verdini (avvistato anche in un lungo colloquio con Luca Lotti, uno degli uomini più vicini a Renzi) e poi Paolo Romani che insieme alla fedelissima Maria Rosaria Rossi hanno marcato a uomo i dissidenti azzurri: ieri non sarebbero stati più di 10. Un numero però che, raccontano i diretti interessati, salirà quando si voteranno i punti cruciali della riforma. A non nascondere le critiche è Raffaele Fitto: «Perché - osserva - il patto del Nazareno è intoccabile nella parte sulle riforme costituzionali e invece poi Renzi apre alle modifiche sulla legge elettorale?», è la domanda che pone l'eurodeputato azzurro sostenendo come sia «un grande errore evitare di avere un Senato elettivo».
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