Baita e Mazzacurati: milioni a Galan e Chisso e loro «risolvevano»

Venerdì 6 Giugno 2014
Il romanzo delle tangenti veneziane ha un capitolo introduttivo fondamentale. È costituito da parole che scottano, accuse che vengono da persone inserite nel sistema, anzi cuore del sistema delle elargizioni. Ovvero, Piergiorgio Baita, presidente di Mantovani, e Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova. È soprattutto con queste chiamate di correo che l'ex governatore Giancarlo Galan e l'assessore regionale Renato Chisso dovranno fare i conti davanti ai magistrati. I verbali sono stati riempiti quando i due erano ancora detenuti, completati una volta che sono tornati in libertà. Questo è il racconto dei milioni di euro asseritamente finiti a Palazzo Balbi.
INTERROGATORI-CHIAVE DI BAITA. Baita viene sentito per tre volte sui rapporti con Galan-Chisso. Il 28 maggio, il 17 settembre e il 30 ottobre 2013. La prima volta, a domanda, risponde: «L'altro importante episodio che ricordo è stata l'approvazione da parte della commissione VIA della Regione Veneto delle dighe in sasso per le quali Mazzacurati mi disse che gli era stato richiesto dall'assessore Chisso a nome del Presidente Galan il riconoscimento di 900 mila euro. Altro episodio specifico è stata l'approvazione in commissione di Salvaguardia del progetto definitivo del sistema Mose per il quale, sempre attraverso Chisso, ma a nome del Presidente Galan, fu richiesta la somma di ulteriori 900 mila euro».
LE RICHIESTE DI GALAN. È questo il punto di partenza, poi Baita prosegue: «Queste somme vengono chieste a me da Mazzacurati. Io ho personalmente dato al Consorzio un totale di 900 mila euro in questo modo: 600 mila euro le ho consegnate direttamente all'ing. Neri, 300 mila euro le ha consegnate all'assessore Chisso la dottoressa Minutillo dopo averla portata in Consorzio. Spiego meglio: è venuta in Consorzio con 600 mila euro, 300 li ha lasciati credo al signor Sutto e gli altri 300 ha detto: "Siccome sono quelli che avanza Chisso, glieli porto io"». Conferme? «Io poi ho avuto modo di parlare con Chisso, mi ha detto che era tutto a posto... Che aveva ricevuto».
I Pm insistono: «Per quanto riguarda la VIA, i primi 900 mila euro?». Risposta: «Li ho consegnati a Mazzacurati... sempre in quel periodo. Bisognerebbe far capo a quando è stato approvato in commissione VIA la diga di Malamocco, e un anno dopo il pagamento era stato completato, anche perché avevamo avuto molte sollecitazioni da Chisso dicendo che Galan lo pressava». Pagamento a rate? «Sì, sì, in più rate. Sono due da 900 mila, io ne pago 900». Domanda: «E dove li portava?». «In Consorzio».
MINUTILLO CONSEGNA. Il 17 settembre 2013 un ulteriore approfondimento. Domanda: «Nel precedente interrogatorio precisa che lei paga il singolo politico e non il partito». Risposta: «Sì, ho fatto anche qualcosa per i partiti, poca roba». D. «Queste somme tramite chi venivano consegnate a queste persone? R. «Per quanto riguarda Galan, fino al 2005 attraverso la signora Minutillo, esclusivamente... dal 2005 al 2010 attraverso l'assessore Chisso; dopo il 2010 non c'é più stato sostegno politico a Galan, perché dopo il 2010 é andato a fare un altro mestiere, é rimasta una sorta di soggezione verso una persona importante ma non aveva più un ruolo politico. Per quanto riguarda Chisso, invece, fino al 2005 ha sempre provveduto la dottoressa Minutillo direttamente; dal 2005 al 2010 ha provveduto pure la dottoressa; dal 2010, quando noi abbiamo interrotto i rapporti con BMC, ho provveduto io».
IL CROLLO DEL PATRIARCA. Il 31 luglio 2013 è la data in cui Giovanni Mazzacurati decide che è venuto il momento di raccontare dei soldi pagati in Regione. Galan e Chisso, sempre loro.
D. Lei ha mai consegnato somme a qualche politico veneto?.
R. «Sì, é successo, sì».
D. A chi?
R. «È successo. Le ho date a Chisso... Importi nell'ordine tra i 50 e i 150, ecco, una roba del genere, questi sono gli importi che davo. Li davo generalmente un paio di volte l'anno».
D. Un totale di 2-300 mila l'anno?
R. «Sì, forse un po' meno, ma insomma diciamo sui 200-250 all'anno».
D. Lei li dava personalmente a Renato Chisso?
R. «Li ho dati.. io penso di averglieli dati due volte... Personalmente due volte... penso una volta in Regione e una volta potrei averli consegnati all'Hotel Monaco».
D. Quando iniziano queste corresponsioni a Chisso?
R. «Io credo di aver cominciato alla fine degli anni '90».
D. E l'ultima quando é avvenuta?
R. «Le ultime non le ho fatte io, perché penso di aver utilizzato o Sutto o.. sì, di aver utilizzato un'altra persona, insomma. L'ultima un mese o due prima dell'arresto di Baita». Agli inizi del 2013.
BAITA SAPEVA. Mazzacurati non si ferma. «Con Baita abbiamo parlato varie volte di queste cose... praticamente ogni volta che si faceva un pagamento o cosa, si concordava».
D. Quindi i pagamenti che Baita ha fatto avere a Galan erano concordati con lei?
R. «No, il rapporto con Galan era.. erano anche concordati con me, ma... Baita concordava alcune somme. Da quello che io ho potuto percepire, a parte che sapevo anche, ci sono... c'erano spese per questa casa che Galan si é costruita ad Arquà Petrarca, e poi altre somme, insomma. Niente, una parte di queste somme sono state corrisposte dal Baita».
D. Chi decideva le somme?
R. «Le decideva... generalmente, Baita aveva dei lavori sia dentro nel rapporto in cui c'entrava il Venezia Nuova e sia al di fuori. Per i lavori del Consorzio si decideva insieme».
D. Più o meno che cifra avete corrisposto, complessivamente o annualmente?
R. «La cosa era molto variabile però diciamo che si può considerare, per esempio, un milione l'anno, un milione di euro».
D. Di euro l'anno?
R. «L'anno. Quello che si finiva per...».
D. Per dare al Governatore?
R. «Per dare al Governatore oppure per dare a chi voleva il Governatore, nel senso che... per esempio poteva entrarci anche Chisso nella cosa».
D. Queste cifre chi gliele dava materialmente?
R. «Molte ce le dava Baita. Io mi trovavo con Baita e lui razionalizzava un pochino insieme quanto doveva arrivare a un uomo, quanto all'altro. Quindi quei soldi erano quasi sempre di Baita. Un'altra parte veniva dal Coveco, cioé da Savioli, però si tratta di cifre molto più modeste, un 10%...».
D. Lei ha mai fatto consegne personalmente a Galan?
R. «No. Le ho fatte a Chisso, ma non a Galan».
E GALAN RISOLVEVA. Ma cosa faceva in cambio dei soldi il Governatore? La domanda è ovvia. Mazzacurati. «Ci fu un'occasione in cui Galan é andato via, era partito, ed era nato un problema. Io chiamai Baita per vedere di fare rientrare Galan che potesse intervenire su una di queste opere che era fondamentale per poter continuare, il fermo di una di queste opere poteva avere un effetto a catena sulla costruzione. Ecco, Galan era fuori, rientrò e la cosa ebbe un effetto chiamiamolo positivo, nel senso che lui intervenne e riuscì a fare approvare queste scogliere, insomma. E' stato uno di quei momenti importanti in cui il lavoro si poteva bloccare e invece ha continuato».
D. Quindi, viste anche le cifre versate, é esatto dire che il Galan fosse un vostro ferreo sostenitore, o quanto meno dell'opera?
R. «Sì, direi di sì, assolutamente».
D. Quando avevate qualche problema vi rivolgevate abitualmente al Governatore?
R. «Sì, io mi rivolgevo a lui, a Chisso, poi andavo.. o andavo dal dottor Letta, l'elenco che le ho fatto mi pare l'altra volta».
Qui il verbale è coperto da "omissis". Letta è l'ex sottosegretario alla presidenza del consiglio nei governi Berlusconi.

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