Al setaccio carte e appunti di Teresa sotto esame anche il computer dell'ufficio

Venerdì 27 Marzo 2015
Un sfilza di numeri annotati tra le carte di lavoro di Teresa Costanza: numeri simili ai codici del bancomat o a quelli che servono per accedere ai conti correnti on-line. Sono stati trovati tra il materiale sequestrato dai carabinieri nella postazione di lavoro della trentenne uccisa a Pordenone il 17 marzo, assieme al fidanzato Trifone Ragone, nel parcheggio del palasport di Pordenone. Gli inquirenti hanno preso anche un raccoglitore contenente documentazione sull'attività lavorativa precedente della subassicuratrice, quella svolta a Milano, nonchè un'agenda del 2012. I Carabinieri hanno chiesto di poter analizzare anche il computer che Teresa Costanza usava in ufficio.
È presto per capire se contiene segreti. Certo che Teresa aveva mantenuto la password aziendale. Significa che non lo utilizzava a scopi privati, se non per una cartella denominata "Teresa" e che la scansione di una busta paga e due lettere che probabilmente lei stessa aveva scritto per conto di Ragone. Nelle lettere il carrista-sollevatore di pesi raccomandava due conoscenti assicurando che avevano le capacità per insegnare attività sportive.
Il pool dell'Arma (Roni di Pordenone, Reparto crimini violenti di Roma e Ros di Udine) sta intanto ricostruendo minuto dopo minuto, grazie alla tecnologia, le vite dei due fidanzati. Lo sta facendo grazie a un'iPhone, quello bianco di Teresa, e allo smartphone di Trifone. È così gli investigatori stanno scoprendo che cosa hanno fatto il 17 marzo i due fidanzati. Chi ha avuto contatti (sms o whatsapp) viene convocato in caserma oppure riconvocato per fornire ulteriori dettagli che, alla luce dei tabulati telefonici ormai a disposizione, potrebbero essere valorizzati e aiutare a comprendere il movente del delitto. Si sta scavando anche nel computer di Teresa, un portatile della Apple che lei usava per scopi privati, di studio e spesso anche per lavoro, perchè una volta uscita dagli uffici dell'agenzia assicurativa della Zurich, in via fratelli Bandiera a Pordenone, si portava il lavoro a casa.
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