È iniziata la sfilata delle "escort": «Con Silvio soltanto effusioni»

Venerdì 24 Ottobre 2014
BARI - Con Silvio Berlusconi ci furono «baci e carezze, preliminari ma senza atti sessuali». Vanessa Di Meglio, francese di 42 anni, prima delle 26 tra ragazze ed escort chiamate a deporre al processo a Gianpaolo Tarantini e altri sei imputati per i festini organizzati nelle case dell'ex premier, durante tutta la sua deposizione non riesce mai a pronunciare il nome del Cavaliere. Chiama Silvio Berlusconi "il padrone di casa, la persona che ci aveva invitati". Solo al termine dell' escussione si lascia sfuggire, quasi sottovoce: «il Cavaliere». Chiodo in pelle nero sfiancato, camicia bianca, pantaloni aderenti neri e scarpe basse, la 42enne ha ricostruito i suoi rapporti con l'amico Gianpaolo Tarantini («avevamo all'epoca una relazione un pò più che amicale») che il 5 settembre 2008 (e un'altra sera ancora) la portò per la prima volta a Palazzo Grazioli. Dopo la cena, finita intorno all'una di notte, la testimone, con il suo marcato accento francese, ricorda che «gli invitati, piano piano, andarono via e anche Gianpaolo. Io mi sono ritrovata bloccata lì». Dice che erano in quattro, lei, altre due ragazze e Berlusconi. «Abbiamo chiacchierato, riso, cantato, niente di particolare; il padrone di casa scherzava, era una persona molto carina». Poi fu chiamata dalle altre due ragazze: «Le effusioni con il Cavaliere - racconta - avvennero in piedi vicino al divano, ma non ci fu sesso, in camera da letto c'eravamo io e altre due ragazze. Poi io sono uscita e non so cosa sia successo». Ricorda invece che al termine delle cene, ad una delle quali parteciparono anche «George Clooney e Eva Cavalli», «il Cavaliere si alzava e tornava con ceste di regali: cravatte per gli uomini e foulard e altri oggetti per le donne». La donna, con i suoi tanti "non ricordo", ha messo a dura prova la pazienza dei giudici.
E mentre lei parlava, Patrizia D'Addario, che per prima denunciò i festini di Berlusconi, scalpitava tra il pubblico. «Ancora oggi mi sento sola, aggredita e insultata da persone che dovrebbero semplicemente stare zitte. Penso solo a quello che mi hanno fatto in questi cinque anni e che continuano a fare. Alcune di queste ragazze le ho conosciute, ma non ho mai detto niente su di loro, invece loro hanno parlato, hanno detto quello che non era vero, hanno continuato a infangarmi: ora però voglio giustizia». Patrizia D'Addario deporrà nella prossima udienza, il 27 novembre.

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