«L'astensionismo non riguarda noi» Ma in 5Stelle è scontro

Martedì 25 Novembre 2014
ROMA - La debacle delle regionali non lascia indenne il Movimento 5 Stelle, arrivato al voto in Emilia Romagna e Calabria fiaccato dalle divisioni e da una spinta propulsiva che sembra ormai aver lasciato alle spalle. Beppe Grillo, dopo aver disertato la campagna, però, non si scompone: «I numeri non sono opinioni come vogliono farci credere!» e il M5s, dice, paragonando i dati di ieri con le precedenti regionali del 2010, non solo mostrano leggero un avanzamento, ma dicono chiaro che «l'astensionismo non ha colpito il M5s». Un'analisi non troppo condivisa nel Movimento anche a giudicare dalla reazione del drappello di parlamentari più vicini ai vertici. Sono loro che prendono spunto proprio dai risultati del voto per rilanciare una linea sempre più movimentista. Basta Parlamento, «torniamo in piazza! Torniamo ad essere cittadini tra cittadini» invoca Alessandro Di Battista. «Fuori da questa fogna. Basta parole» gli fa eco il collega Manlio Di Stefano. La diagnosi del voto tuttavia non è alle porte: un confronto tra parlamentari al momento non è previsto ed anche l'assemblea congiunta convocata la scorsa settimana per decidere la linea politica da seguire e poi rinviata non è stata aggiornata. Ma il terremoto potrebbe essere alle porte. Anche perché l'ala critica del dissenso ha buoni motivi per protestare. «Ma quale piazza!»: è il «paradigma dello scontro a tutti i costi» che ha portato il M5s a non essere più convincente con il suo elettorato, sostiene Tommaso Currò. In Emilia, il Movimento è arrivato al voto stremato dalle divisioni. Ne prende atto il consigliere bolognese Max Bugani. «È un nuovo inizio, se vogliamo forzare un attimo, anche una rivoluzione», esulta Bugani per il quale nonostante il «boicottaggio di diversi eletti» e la «dissidenza interna» avere «ottenuto il 13,3% è davvero un ottimo risultato».

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