FIRENZE - Stefano Perotti resta in carcere, come Ercole Incalza. Per i due principali indagati nell'inchiesta sui grandi appalti, dopo gli arresti «il quadro indiziario si è ulteriormente aggravato». Entrambi hanno negato di aver 'brigato' per pilotare alcune fra le più importanti opere pubbliche, ma il gip non ha creduto alla loro versione dei fatti. Anzi. Perotti, scrive il giudice fiorentino Angelo Pezzuti, «di fatto, ha finanziato la società Green Field, che aveva come scopo quello di pagare personaggi istituzionali». Quali? Incalza, appunto, e il suo collaboratore, Sandro Pacella, ora ai domiciliari. Il succo delle accuse è riassunto dal gip in cinque righe: l'ex capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, Incalza, «avrebbe procurato a Perotti», ingegnere e imprenditore, «una serie di incarichi di progettazione e di direzione dei lavori in relazione a opere pubbliche o, comunque, l'avrebbe agevolato nel conseguimento dei suddetti incarichi, ricevendo, per sè e per Sandro Pacella, l'utilità costituita dalla loro partecipazione di fatto alla Green Field System, società che erogava in loro favore somme di denaro».
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".