Verdini, in 10 sotto l'Ala «Non entriamo nel Pd»

Giovedì 30 Luglio 2015
Verdini, in 10 sotto l'Ala «Non entriamo nel Pd»
ROMA - Ala, ovvero Alleanza Liberalpopolare Autonomie. Questo il nome scelto dai verdiniani per il gruppo parlamentare costituito al Senato e presentato ieri in conferenza stampa a palazzo Madama. Lo strappo tra il Cavaliere e il suo ormai ex luogotenente, consumato da mesi, ha visto quindi il suo epilogo finale e al tempo stesso l'incipit di un nuovo progetto. Con una precisazione: Alleanza Liberalpopolare non confluirà, almeno in questa legislatura, nel Pd.
La missione dichiarata per Denis Verdini, però, è sempre la stessa: portare a termine la legislatura costituente. Fanno parte della formazione, oltre a quello che fu lo sherpa azzurro del Nazareno, Lucio Barani (presidente), Riccardo Mazzoni (vicepresidente vicario), Eva Longo (vicepresidente), Giuseppe Compagnone (tesoriere), Vincenzo D'Anna (portavoce), Ciro Falanga (segretario d'aula), Riccardo Conti, Pietro Langella e Antonio Scavone. «Siamo dieci senatori tutti ex Pdl - ha esordito Verdini - ognuno ha la sua tradizione e ci siamo messi insieme su un ragionamento specifico». Discorso diverso per quel che riguarda la pattuglia a Montecitorio. Per adesso non ci sono i numeri per formare un gruppo autonomo in questo ramo del Parlamento, «l'operazione andrà comunque in porto - assicura Barani - a settembre». La squadra, tra le cui fila si contano Ignazio Abrignani e Luca D'Alessandro, e che alla Camera sarebbe formata da sette onorevoli, è pronta quindi a traslocare al Misto, in attesa di tempi migliori.
«L'importante era ufficializzare il gruppo al Senato», è il ragionamento dei verdiniani. La convinzione, del resto, è che a palazzo Madama nei breve periodo si aggiungeranno nuovi elementi. «L'emorragia all'interno di Forza Italia - avvertono – si è tutt'altro che arrestata e l'assenza di un progetto porterà ad altre sorprese nei prossimi mesi». Mesi che coincideranno con la battaglia fondamentale per il governo, e cioè quella per la modifica degli assetti costituzionali del Paese. «Il ddl Boschi va approvato così com'è - ha detto Verdini nel corso della conferenza - e se non venisse approvato si rivà nel pantano».

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