Una necropoli longobarda nel centro di Belluno

Martedì 25 Febbraio 2014
La straordinarietà dei reperti emersi dagli scavi a palazzo Fulcis potrebbe accreditare la volontà di dotare Belluno di un museo archeologico degno di tale nome. Non se n'è fatto mistero, ieri sera in Sala Bianchi, alla presentazione dei risultati di scavi e restauri eseguiti nella necropoli longobarda di via Roma. Oltre a questo, Vincenzo Tinè, soprintendente per i beni archeologici del Veneto, ha anticato la prossima uscita delle pubblicazioni riguardanti il castelliere di Noal di Sedico e la necropoli di Pian de la Gnèla a Pieve d'Alpago. Prodromi di analoga iniziativa editoriale che s'impone d'autorità anche per la necropoli ieri sera illustrata. Ancora una volta ci vorrà pure la disponibilità della Fondazione Cariverona che, come ricordato dal consigliere Paolo Conte, per la provincia di Belluno ha sempre dato sostanzioso apporto anche in questo settore della ricerca storica. Le otto sepolture di via Roma, con i loro 135 reperti, si sono rivelate agli occhi del numeroso pubblico in tutto il loro fascino di elementi provenienti da età lontana - VII secolo -, ma anche grazie all'efficacia dei delicati restauri. Le relative operazioni, in modo inconsueto rispetto alla cattiva prassi in uso in Italia, sono state facilitate poiché in campo sono scese discipline diverse che hanno dialogato felicemente per restituire al godimento dei contemporanei preziosi tesori del passato. Fra i vari reperti - per esempio circa 70 elementi di corredo femminile - bene illustrati dai relatori, spiccano gli ornamenti di un guerriero, un calice di vetro e diversi materiali organici che, pur di ridotte dimensioni e offesi dal tempo, aprono interessanti campi d'indagine su usi e costumi dei Longobardi. Ultima nota di rilievo: mai si sono ritrovati assieme molti oggetti d'origine organica in sepolture di quell'epoca. Anche in ciò la necropoli longobarda di Belluno appare un unicum degno di ulteriori indagini e di promozione culturale pro studiosi, appassionati e pubblico più vasto. © riproduzione riservata