Scivola e precipita nel dirupo, morto

Domenica 2 Agosto 2015
Un sentiero facile, tanto che, poco prima di precipitare, stava discutendo con l'amico della possibilità di portarci un giorno anche i figli.
Sono state queste le ultime parole di Diego Cini, 46 anni, di Pieve d'Alpago, sposato e padre di un bimbo di 9, che ieri mattina ha perso la vita lungo il sentiero 704 che porta all'orrido delle Comelle, in valle di Gares nel comune di Canale d'Agordo.
L'uomo, pare per una disattenzione, avrebbe appoggiato il piede su una radice, bagnata dalla costante umidità rilasciata dalla vicina cascata, scivolando all'indietro. Prima la perdita di equilibrio, poi, mentre disperatamente cerca un appiglio, la caduta nell'orrido per circa una cinquantina di metri. Lo schianto a terra, sulle rocce, è stato mortale. Ai soccorritori, allertati dall'amico, non è rimasto che il compito di constatarne il decesso. La salma, trasferita nella cella mortuaria di Agordo, dopo l'ispezione cadaverica che ha accertato la natura accidentale del decesso, è stata messa a disposizione dei familiari.
L'incidente si è verificato poco prima delle 9. Cini, assieme all'amico, compaesano, aveva raggiunto la base della via verso le 8.15. Dopo aver parcheggiato si erano incamminati lungo lo splendido sentiero, considerato non difficile, Volevano raggiungere la val Casies e rientrare in giornata.
Giunti a poca distanza dalla cascata, ad una quota di 1600 metri, Cini si mette a scattare delle fotografie: il panorama e la natura nella quale sono immersi regalano vere e proprie cartoline. Parlano del più e del meno, compresa la possibilità di percorrere quel sentiero assieme ai figli.
Finito di scattare foto, Cini infila la macchina fotografica nello zaino e durante questa banale operazione si distrae. Non si accorge della grossa radice che spunta da terra. Mette il piede sopra, la superficie è bagnata; scivola all'indietro, cerca un appiglio ma non lo trova. Precipita nell'orrido e si schianta cinquanta metri più sotto. L'amico, tuttavia, non si accorge subito. Lo vede cascare, ma pensa sia finito nel boschetto sottostante. Comincia così a cercarlo e a chiamarlo. Ma Diego non risponde. Lancia così l'allarme al 118, mentre insiste nel chiamare "Diego". Alla fine decide di tornare indietro. E solo una volta più in basso si renderà conto dell'accaduto. Poco più in là giace il corpo senza vita dell'amico. Nel frattempo arrivano i soccorritori a bordo dell'elicottero del Suem. La salma di Cini viene recuperata e trasferita all'obitorio, mentre l'amico, sotto choc, viene portato all'ospedale dal quale verrà rilasciato solo nel tardo pomeriggio. Cini lascia la moglie Daniela, la mamma Gabriella e due fratelli. Ieri, alle 13.20, le campane hanno suonato a lutto.
Quel sentiero, intanto, continua a mietere incidenti, anche mortali. Qualche anno fa un prete, a capo di una comitiva di ragazzi, venne spazzato via da un'improvvisa cascata d'acqua generata da un violento acquazzone. La montagna è anche questo.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci