Richiamo della Germania "Blindare il Brennero" Praga, profughi marchiati

Giovedì 3 Settembre 2015
La decisione della cancelliera Angela Merkel di lasciare libero l'ingresso ai profughi siriani, ovvero la stragrande maggioranza di quelli che percorrono la rotta Grecia-Macedonia-Serbia-Ungheria-Austria, e che guardano alla Germania come il traguardo, ha costretto Berlino a riaggiornare le stime degli ingressi nell'anno in corso.
Fino a un paio di giorni fa si parlava di ottocentomila richiedenti asilo solo nella Germania, ora questa stima già impressionante è stata corretta a un milione tondo di ingressi. È inevitabile quindi che Berlino cerchi di bilanciare la sua apertura, chiedendo agli altri Stati di fare da filtro. E all'Italia è arrivata la richiesta di controlli di confine al valico del Brennero, il passaggio più logico verso la Germania dei migranti - per lo più africani - che attraversano il nostro Paese verso il Nord Europa dopo essere sbarcati, o meglio essere raccolti, dal canale di Sicilia. Roma ha risposto subito di “sì”. C'è un tentativo di muoversi in sintonia con Berlino. I controlli verranno intensificati al Brennero - è la promessa - e anzi sarà fatto qualcosa di più. La Provincia di Bolzano si è impegnata a organizzare un centro di raccolta fino a quattrocento persone, che accoglierà per qualche giorno i profughi diretti al Nord per permettere alla Baviera di organizzarsi al meglio. Tutto questo però, avvisa Roma, non sarà una sospensione degli accordi di Schengen che sanciscono il principio della libera circolazione nell'Unione europea.
Il tentativo di intesa tra Italia e Germania non si ferma qui. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha firmato ieri un documento comune con i suoi colleghi di Parigi e Berlino, Laurent Fabius e Frank-Walter Steinmeier, con cui si chiede una «forte risposta europea alla crisi». A parte i singoli aspetti del documento, la differenza con la richiesta del vertice del 14 settembre è che al posto del ministro degli Esteri britannico c'è quello italiano, il che ha un significato diplomatico importante al di là del fatto che Londra ha una politica dissonante anche su questo tema con il resto dell'Europa (si pensi alla chiusura alla libera circolazione degli stessi cittadini europei che non abbiano già un lavoro in Gran Bretagna). L'Italia riesce a conquistare diplomaticamente una posizione di primo piano in un tema - i cosiddetti migranti - sul quale in primo piano è anche coinvolta.
Ma il via libera di Berlino riguarda solo i siriani. E a Budapest, accampati nella piazza di fronte alla stazione Keleti, quella dei treni internazionali, ci sono duemila profughi anche afghani e pachistani. È stata quindi un'altra giornata di caos, e proteste, nella capitale ungherese perché la polizia ha impedito l'ingresso ai treni, consentendo nella notte solo un centinaio di partenze di siriani ogni ora.
Ma l'Ungheria non è l'unico punto nevralgico, passando peraltro dall'Austria, nella rotta che si avvicina al “paradiso dei rifugiandi”: dalla Moravia, una delle tre grandi regioni della Repubblica Ceca con Boemia e Slesia, c'è un altro passaggio di profughi diretti verso l'Est della Germania. Una foto postata su twitter ha fatto scoprire al mondo che la polizia ceca, per smistare i profughi sui treni e vagoni, li “marchia” scrivendo dei numeri su un braccio di ciascuno, con pennarelli speciali. Un sistema che fa immediatamente tornare alla mente l'identificazione dei prigionieri nei lager nazisti.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci