Putin vuole le scuse Erdogan resiste: giochi con il fuoco

Lunedì 14 Dicembre 2015
Putin vuole le scuse Erdogan resiste: giochi con il fuoco
Erano anni che non si vedeva un Vladimir Putin così irritato. Nella conferenza stampa con il collega francese Francois Hollande il presidente russo ha trattenuto a fatica reazioni impulsive per lui non abituali. Dai suoi occhi gelidi e dalle parole pronunciate emergevano i sentimenti di un uomo che si è sentito tradito da chi credeva un amico, ossia da Recep Erdogan. L'abbattimento del bombardiere SU-24 ad opera di un caccia F16 di Ankara è stato paragonato da Mosca aa una coltellata alla schiena. Da quanto sta emergendo in queste ultime ore, il presidente turco ha tentato di contattare il capo del Cremlino subito dopo l'accaduto, ma Vladimir Putin non avrebbe voluto parlare con lui al telefono. Giovedì Erdogan ha proposto di incontrarsi lunedì prossimo a margine della Conferenza sul clima di Parigi. Mosca avrebbe già risposto di no. E cosa mai avvenuta in passato ad un meeting internazionale, il Cremlino ha elencato gli appuntamenti programmati in Francia dal presidente russo: ossia con l'americano Barack Obama, con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e con la sudcoreana Park Geun-hye. Per Erdogan non c'è tempo. E fino a che Ankara non si scuserà, ha spiegato il consigliere presidenziale Jurij Ushakov, Putin non parlerà con il presidente turco. Recep Erdogan ha reagito con un discorso in televisione. La Russia, ha detto, sta «giocando con il fuoco attaccando l'opposizione siriana, che ha legittimazione internazionale, nascondendosi dietro alla scusa di combattere l'Isis». Secondo il leader turco Mosca sta utilizzando l'abbattimento del Su-24 «come scusa per fare accuse inaccettabili contro di noi». Il riferimento riguarda il contrabbando di petrolio dal territorio in mano allo Stato islamico verso la Turchia con lauti guadagni da parte di qualcuno molto importante, l'utilizzo di gruppi paramilitari fascisti in zone della Siria e l'essersi fatto costruire un palazzo con mille stanze. Recep Erdogan ha inoltre accusato i russi di «trattare male» 26 connazionali, che stanno partecipando ad una fiera commerciale agricola a Krasnodar sul mar Nero. Un litigio così non può finire senza rapide misure contro gli ex amici. Il governo federale sta studiando sanzioni economiche durissime. Per adesso, dal ministero degli Esteri è stato deciso che dal primo gennaio i cittadini turchi dovranno chiedere il visto per viaggiare nella Federazione. La Turchia, è stato spiegato, è una fonte di "vera minaccia" di terrorismo. Alla riunione del Consiglio di sicurezza Vladimir Putin ha affermato che «le azioni turche sono aggressive ed imprevedibili». I russi sono convinti che il loro bombardiere SU-24 sia caduto in un'imboscata, poiché avevano comunicato agli americani le coordinate nelle quali avrebbe operato la propria aviazione a ridotto del confine siriano. «E' inadeguata» la posizione turca (ora parla di incidente fortuito), ha commentato il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, che vedrà a Belgrado il 3 o 4 dicembre il suo omologo Mevlut Cavusoglu. A Parigi Barack Obama avrà il difficile compito di far sbollire l'ira a Putin.
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