Patto tra Francia e Russia

Lunedì 14 Dicembre 2015
MOSCA - «Creare una larga coalizione contro l'Isis» e una «più stretta cooperazione» tra chi la combatte: nel loro incontro al Cremlino concordano su questo obiettivo Putin e Hollande, i due presidenti accomunati dal lutto dei due attentati più recenti e clamorosi rivendicati dal Califfato. È la tappa finale della spola diplomatica del presidente francese, la più difficile perché è in gioco il ritorno della Russia in Occidente dopo il lungo isolamento per la crisi ucraina. Suo il tentativo di mettere insieme un ancora diffidente Obama e un Putin sempre più muscolare dopo l'abbattimento di un jet russo da parte della Turchia. Ma qualcosa si sta muovendo e una nuova alleanza sembra iniziare a prendere forma, con il premier britannico Cameron che ha chiesto l'autorizzazione al parlamento per i raid aerei, e la decisione della Merkel di inviare Tornado e una nave da guerra contro il terrorismo. Dopo gli attentati di Parigi, Putin aveva offerto piena collaborazione militare alla reazione di Hollande. Ieri sera il leader del Cremlino ha confermato a Hollande che la Russia «è pronta a cooperare con la Francia», apprezzando i suoi sforzi per creare una larga coalizione anti terrorismo. «Noi siamo pronti per questo lavoro comune», ha sottolineato Putin. «Ora è arrivato il momento di assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo», gli ha fatto eco Hollande. «Il nostro nemico è Daesh (l'Isis, ndr), ha territori, un esercito e risorse, sono venuto qui a Mosca per vedere come possiamo agire insieme e coordinarci in modo da poter attaccare questo gruppo terroristico, ma anche per raggiungere una soluzione politica per la pace» in Siria, ha quindi voluto precisare.
All'indomani dell'abbattimento del jet militare alla frontiera tra Siria e Turchia, Mosca intanto passa alla rappresaglia economica contro Ankara. Proprio nel giorno in cui Putin incontra Hollande al Cremlino per discutere di una coalizione globale anti-Isis, la Russia annuncia la preparazione di dure misure economiche contro la Turchia. Il premier Medvedev ha annunciato che entro due giorni il governo proporrà delle misure economiche contro Ankara per «l'atto di aggressione». Mosca minaccia di bloccare il flusso di turisti russi (che vale 4 miliardi di dollari l'anno) e i voli da e verso la Turchia, ma anche di congelare o addirittura far saltare il progetto per il gasdotto Turkish Stream e quello, da 20 miliardi di dollari, per la centrale nucleare di Akkuiu. Le restrizioni potrebbero riguardare anche la cooperazione finanziaria, i dazi doganali, gli investimenti, l'edilizia e l'uso di manodopera turca, con gravi danni economici per Ankara. Intanto, se un conflitto militare tra Russia e Turchia è stato escluso già ieri dal capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov, tra Vladimir Putin e il presidente turco Erdogan ormai è guerra di parole. «Finora non abbiamo sentito le scuse dal massimo livello politico turco, né tantomeno le proposte di risarcire i danni e di punire i criminali per il reato commesso», ha tuonato Putin riferendosi all'abbattimento del jet russo. Pronta è arrivata la risposta piccata di Erdogan: «Se c'è una parte che deve scusarsi, non siamo noi» ma «chi ha violato il nostro spazio aereo». Ma «avremmo reagito diversamente se avessimo saputo che l'aereo era russo». E fa sapere di aver telefonato a Putin dopo l'abbattimento, e che questi non ha risposto. Da Mosca si accusa esplicitamente la Turchia di finanziare l'Isis: «Dirigenti turchi sono coinvolti nell'acquisto di petrolio dall'Isis». La Turchia reagisce: «L'Isis vende il pertolio al regime di Assad e ai Paesi che lo sostengono».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci