Numeri insufficienti: Valle di Zoldo e Zoppè non avranno consiglieri

Giovedì 21 Agosto 2014
Numeri insufficienti: Valle di Zoldo e Zoppè non avranno consiglieri
Un patto fra gentiluomini perché, nel prossimo consiglio provinciale, sia garantita la rappresentanza alla valle di Zoldo e al Comune di Zoppé di Cadore. Mentre si avvicina la data in cui dovranno essere presentate le liste, è questa la proposta lanciata recentemente dal Bard (Belluno autonoma regione Dolomiti) ed inviata ai sindaci della provincia di Belluno perché la condividano con tutti i consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione, dei rispettivi consigli comunali. Un'idea che ha già ricevuto più di un riscontro: si tratta di una proposta articolata, perché articolata - e in molti punti complessa - è la legge che regola l'elezione del presidente e dei consiglieri del nuovo ente. Il problema legato a Zoldo nasce dal fatto che nella divisione in cinque aree territoriali (Agordino, Val Boite, Cadore-Comelico, Feltrino, Bellunese-Alpago) proposta dallo stesso Bard, Zoldo non è stato inserito. Non una svista, ma una scelta consapevole perché, vista appunto come è stata pensata la legge che assegna pesi diversi in base al numero di abitanti, i consigli comunali della valle non sarebbero in grado, nel senso che non avrebbero il peso sufficiente, per eleggere un proprio rappresentante.
Una legge che, fra l'altro, attribuisce pesi diversi ai diversi consigli non solo in base alla loro consistenza numerica, ma che tiene conto anche del fatto che alcuni consigli sono stati eletti con la precedente legge elettorale, altri con quella nuova che ha previsto una sensibile riduzione del numero dei consiglieri. I tre Comuni - Forno di Zolfo, Zoldo Alto e Zoppé - appartengono alla stessa «A» (ndr, le fasce previste per il calcolo ponderato sono 5) ed hanno il medesimo peso secondo un calcolo che mette in gioco numero di consiglieri ed abitanti. Ma comunque un peso insufficiente per poter arrivare, da soli, ad eleggere un proprio rappresentante per l'ente Provincia. Ecco perché il Bard, nella sua proposta, suggerisce che siano adeguatamente rappresentate le cosiddette terre alte e che il distretto che esprimerà il Presidente, rinunci a un consigliere proprio a favore di una rappresentanza dei tre Comuni citati che, diversamente, non avrebbero voce nel nuovo ente. «Affinché questo avvenga è necessario che un adeguato numero di elettori - cioè di consiglieri comunali, scrive il Bard - trascurando i riferimenti di partito, decida su quali candidati far convergere i propri voti». Lo decida per tempo, cioè adesso.

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