Non ce l'ha fatta l'assessore Bendinelli nonostante i 7.210 voti

Martedì 2 Giugno 2015
Una ecatombe. Dei sessanta consiglieri regionali uscenti, solo quindici torneranno a Palazzo Ferro Fini. Gli altri 34 - perché l'assemblea è stata ridotta - saranno soprattutto volti nuovi. O ritorni. Tra chi ci ha provato ed è stato falcidiato dai meccanismi della nuova legge elettorale pur avendo preso una pacca di voti, ci sono parecchi illustri. A cominciare dal vicepresidente della giunta Marino Zorzato (Ncd) per arrivare all'assessore Isi Coppola (Fi) e agli ex colleghi leghisti di giunta passati con Flavio Tosi, Maurizio Conte e Daniele Stival.
Premessa: i nomi che pubblichiamo nella pagina accanto dei 49 consiglieri che con il governatore Luca Zaia e la sfidante perdente Alessandra Moretti formeranno la nuova assemblea di 51 componenti dell'assemblea legislativa veneta, sono ufficiosi e passibili di correzioni. Nel computo delle preferenze manca infatti ancora il totale del Comune di Venezia a causa di una controversia sorta in un seggio del Lido e che è stata portata all'esame del Tribunale. Ma sono annunciati ricorsi un po' in tutta la regione anche sul sistema dei resti per la ripartizione dei seggi. Un meccanismo che per il Ncd ha comportato ad esempio l'esclusione a Padova di Zorzato pur avendo ottenuto quasi 3mila preferenze, mentre è passato il veneziano Massimo Mancini che di voti ne ha presi la metà. L'unica cosa certa sono i numeri. La nuova maggioranza sarà composta da 29 consiglieri più il presidente: 13 lista Zaia, 10 Lega Nord, 3 Forza Italia, 2 Indipendenza Noi Veneto, 1 Fratelli d'Italia. Sui banchi dell'opposizione siederanno 20 consiglieri, oltre ad Alessandra Moretti in rappresentanza di tre coalizioni: 11 consiglieri del centrosinistra (8 Pd, 2 lista Moretti, 1 Veneto Civico), 5 Tosi (3 lista Tosi, 1 Ncd-Area popolare, 1 Veneto del Fare), 4 del Movimento 5 stelle.
Tra gli esclusi l'azzurro veronese Davide Bendinelli, la leghista padovana Arianna Lazzarini, l'Udc Stefano Peraro, i due ex Idv Antonino Pipitone e Gennaro Marotta, il vicentino dell'Ncd Costantino Toniolo, l'ex leghista tosiano Matteo Toscani (che per il meccanismo dei resti pareva destinato a rientrare), il trevigiano Diego Bottacin. E fuori anche due dem, il bellunese Sergio Reolon (che ha ceduto il posto alla conterranea Alessandra Buzzo, unica eletta della lista Veneto Civico) e il veronese Roberto Fasoli. In compenso sono bastati 80 voti a Ilaria Padoan, per essere eletta per Indipendenza Noi Veneto Con Zaia, lista che porta al Ferro Fini anche il trevigiano Rolando Bortoluzzi.
Il record delle preferenze spetta all'ex europarlamentare, paladino delle doppiette, Sergio Berlato (FdI) che con 10.422 voti ha strappato il primato al veronese Massimo Giorgetti, stavolta "fermo" a 8.468. È andato bene l'ex Udc che si è candidato in lista con Zaia, Stefano Valdegamberi (4.790 voti). Sei i leghisti che ritornano a Palazzo (Nicola Finco, Stefano Falconi, Gianpiero Possamai, Luca Coletto, Roberto Ciambetti, Marino Finozzi), due soli gli azzurri (con Giorgetti anche Elena Donazzan) mentre il terzo (il padovano Massimiliano Barison) è una new entry.
Nel Pd ce l'hanno fatta gli uscenti Bruno Pigozzo, Claudio Sinigaglia, Piero Ruzzante, Graziano Azzalin, Stefano Fracasso cui si aggiungono la veneziana Francesca Zottis, il trevigiano Andrea Zanoni, la veronese Orietta Salemi. Tra i candidati della Lista Moretti, bocciata l'ex direttrice dell'Agenda digitale Alessandra Poggiani, ce l'hanno fatta Franco Ferrari e Cristina Guarda. Tra i tosiani, riconfermato Andrea Bassi ed eletto Leonardo Muraro. Premiata, infine, la doppia fatica di Jacopo Berti: il candidato governatore del M5S è riuscito a farsi eleggere consigliere assieme ad altri tre colleghi.
Nota rosa: il nuovo consiglio regionale non rispetterà la parità di genere, ma le donne sono notevolmente aumentate: 12 su 51. Erano 2 su 60. Dal 3,3% al 24%.
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